Sanremo, polemiche sullo spot Pupa in cui la sposa lascia il marito per una donna. Pillon: «Pericolosa propaganda Lgbtq»

Il senatore della Lega: «Potente strumento di indottrinamento per i ragazzini»

Giovedì 1 Febbraio 2024
Sanremo, polemiche sullo spot Pupa in cui la sposa lascia il marito per una donna. Pillon: «Pericolosa propaganda Lgbtq»

Il Festival non è ancora cominciato, ma le polemiche sì. Nel mirino stavolta c'è lo spot pubblicitario di Pupa per Sanremo 2024. La trama? Un altare, un uomo e una donna in attesa del fatidico sì, una ragazza che irrompe in Chiesa e si porta via la sposa sotto la pioggia prima che il matrimonio abbia luogo, salendo con lei su un autobus verso una nuova vita.

Lo spot è stato pubblicato in anteprima dal sito "Affari Italiani", mentre l'uscita è prevista per la prossima settimana. Trenta secondi sui quali infuria già una violenta polemica.

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Spot Pupa a Sanremo, Pillon: «Propaganda, ormai è Festival Lgbtq»

«Questo spot rientra nello schema della normalizzazione a tutti i costi delle relazioni omosessuali - tuona infatti con l'Adnkronos il senatore della Lega Simone Pillon - Se a noi adulti lascia indifferenti, è invece un potente strumento di indottrinamento per i ragazzini». Tutto questo «ossessivo lasciare messaggi in questi termini porta ad una sorta di propaganda sapientemente orchestrata che ha la finalità di portare avanti quello che è un vero e proprio contagio sociale - aggiunge Pillon - Le conseguenze sono quelle che vediamo con l'aumento della disforia di genere, la confusione di orientamento sessuale nei ragazzini e a farne le spese sono loro. Se andiamo avanti cosi dovremo mettere l'avviso "questo spot nuoce gravemente all'orientamento sessuale dei giovani"». Sanremo «è seguito dai giovani - scandisce il senatore leghista - sono anni che fanno un indottrinamento, è diventato un festival lgbtq. Che si continui così lo trovo veramente stucchevole».

A strettissimo giro arriva la replica di Natascia Maesi, presidente nazionale Arcigay, che interpellata dall'Adnkronos, risponde secca: «Se Pillon grida allo scandalo di fronte ad uno spot che racconta la fuga di due donne che scelgono di amarsi sfidando le convenzioni sociali e il destino di un matrimonio eterosessuale imposto o non desiderato, è perché crede di vivere ancora nel Medioevo, in un mondo che non c'è più. Che gli piaccia o no, le lesbiche esistono e mettono su famiglia». E ciò che «nuoce gravemente alla salute dei giovani non è la normalizzazione dell'omosessualità che da loro è già stata sdoganata, ma la mancanza di programmi di educazione all'affettività e al consenso nelle scuole. Sono proprio i giovani a chiederci di essere informati, consapevoli e quindi tutelati dalla violenza che nasce dal pregiudizio. E a loro che dobbiamo dare risposte serie e credibili, invece di riproporre la solita la caccia alle streghe», aggiunge la presidente dell'Arcigay.

I pubblicitari

Nel dibattito intervengono anche i pubblicitari, che tentano di smorzare le polemiche. «Non capisco la ragione che possa stimolare una polemica, tanto menoun'incitazione all'omosessualità - commenta Marianna Ghirlanda, presidente di IAA International Advertising Association - Mi occupo di comunicazione da 25 anni e posso dire con certezza che questo è uno spot bello, delicato e che comunica un messaggio positivo di libertà. Oltretutto non vedo nemmeno un bacio o un atteggiamento chepossa disturbare sensibilità particolari».

«Sembra che i nostri politici, non tutti per carità non generalizziamo - interviene Andrea Crocioni direttore di TouchPoint, storica testata di riferimento nel mondo della pubblicità - abbiano trovato nuova linfa nel farsi pubblicità attraverso la pubblicità stessa. Cosa che evidentemente funziona visto l'attivismo di alcuni nell'accaparrarsi i riflettori mediatici anche su questo versante. Vero che in Italia siamo tutti "allenatori della nazionale" però credo - continua l'esperto di pubblicità - che sarebbe meglio se i politici facessero i politici concentrandosi semmai sui problemi reali della gente, lasciando ai pubblicitari fare i pubblicitari».

Ultimo aggiornamento: 20:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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