James Senese attacca i Maneskin: «Un gruppo vuoto, per avere successo si abbassano le mutande»

Il sassofonista scaglia un siluro sui rockers romani in un'intervista rilasciata in occasione dell'uscita del suo 21esimo album. E critica anche Liberato e Geolier: «Sono dei mistificatori»

Sabato 10 Giugno 2023
Maneskin, che stoccata da James Senese: «Un gruppo vuoto, per avere successo si abbassano le mutande»

«Un gruppo vuoto, oltre la presenza scenica cosa resta? Hanno bisogno di togliersi le mutande per fare successo?». Con queste parole James Senese (pseudonimo di Gaetano Senese), sassofonista italiano di fama internazionale, scaglia un siluro sui Maneskin

A 78 anni compiuti, l'artista nato a Napoli da madre partenopea e padre afroamericano ha rilasciato un'intervista a tutto tondo a La Ragione, in occasione dell'uscita del suo 21esimo album, "Stiamo cercando il mondo", scritto, arrangiato e prodotto interamente da lui. «Non è un lavoro a tavolino.

Ogni giorno cerco di creare delledimensioni», spiega. Il verso «Non vogliamo vivere in un mondo che non c'è» è la chiave per capire il significato dell'album: «È un riferimento a ciò che ci circonda, al sistema malato, ma la musica ci salverà».

 

Lo streaming musicale

La discografia è cambiata ed è finita l'epoca in cui si aspettava con ansia l'uscita di un album per andare a comprare il cd in negozio: «Questi tempi di streaming mi stanno stretti, il tutto e subito ci ha rovinati - commenta Senese - Non esiste più quella costruzione, quella preparazione di una volta».

Poi dice la sua anche sulle nuove tendenze: «Chi segue la moda va fuori moda. Non è soltanto una questione di Nord e Sud, anche se il Meridione soffre ancora un complesso d'inferiorità. Ma quello non finirà mai, lo chiamiamo razzismo. In realtà vantiamo una cultura fortissima, Napoli per prima».

Frecciate anche per Liberato, Geolier e Bruce Springsteen

Non solo i rockers romani nel mirino di Senese. Il bersaglio del sassofonista si sposta poi su Liberato e Geolier, i rapper neomelodici esponenti di quel "neapolitan
power" di cui lui stesso, a suo tempo, è stato profeta artistico e capostipite. «Liberato e Geolier? Non raccontano la città, la nostra cultura. Sono dei mistificatori... ». 

Insomma ne ha per tutti. Neppure un gigante come Bruce Springsteen fa eccezione. Il motivo? Il concerto a Ferrara dopo l'alluvione in Emilia Romagna, senza alcun accenno alla tragedia: «Qualcuno sotto gli avrà consigliato così… Poteva almeno
dire una parola». E infine un'apertura inaspettata a Sanremo: «Sì ci andrei volentieri - confessa - ma da solo, per scombussolare tutto».

Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 09:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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