Giorgia: «Pensavo al ritiro ma ora mi sono riscoperta libera. Mengoni? Mi ricorda Alex Baroni»

Parla la cantautrice romana, che dopo Sanremo presenta il nuovo album “Blu1”: «I manager hanno cercato di cambiarmi»

Lunedì 27 Febbraio 2023 di Mattia Marzi
Giorgia: «Pensavo al ritiro ma ora mi sono riscoperta libera. Mengoni? Mi ricorda Alex Baroni»

A 51 anni non si sente in competizione con nessuno, se non con se stessa. Lo si è visto anche a Sanremo 2023, dove è tornata a ventidue anni dall’ultima partecipazione, classificandosi sesta con Parole dette male: «Nemmeno lo volevo fare. Poi Amadeus ha lanciato una polvere magica. E ho pensato che in fondo era un’esperienza da fare, in questa fase della mia carriera in cui ho ricostruito stile e sound dopo aver pensato pure al ritiro», confessa Giorgia.

Nel nuovo album Blu1 la cantautrice romana - che ad aprile debutterà da attrice in Scordato di Rocco Papaleo, prima di esibirsi nei teatri lirici, con tappa all’Opera di Roma il 12 giugno - si diverte a disattendere le aspettative, ritrovando le sue radici soul e r&b. Pazienza se ha debuttato al dodicesimo posto della classifica Fimi/Gfk dei più venduti in Italia: per come sono fatte ora, incentrate sullo streaming che premia i giovanissimi, le classifiche lasciano il tempo che trovano. E poi una come lei, 7 milioni di copie vendute in trent’anni di carriera, gioca in un altro campionato.

Domanda secca: ha davvero ancora voglia?
«Sì. L’ho capito sul palco dell’Ariston. L’emozione era maggiore del ’94 con E poi: la fiamma è intatta, dopo trent’anni di personaggi discutibili».

Quali?
«Tutti quelli che non mi hanno reso le cose facili. A partire dai manager. Raramente mi sono sentita protetta: hanno anche provato a cambiarmi».

Nomi?
«Che palle (ride). Uno mi fece anche causa, non ricordo perché, e dovetti dargli dei soldi. Ho sempre pagato, nella vita. Ebbi anche un fidanzato, non vip, che si prese tutto, dalla casa allo studio, dopo che lo tradii. La libertà ha un prezzo alto, ma vale sempre la pena pagarlo».

Aveva davvero pensato di ritirarsi?
«Sì. Mi sentivo svuotata. Il lockdown è stato un deserto di idee. Anche cantare mi sembrava una forzatura».

Come ne è uscita?
«Grazie a Big Fish (vero nome Massimiliano Dagani, 51enne produttore considerato una colonna dell’hip hop italiano, ndr). Mi ha convinta a fare un disco r&b e soul, le mie radici. Con Papaleo, che ha diretto anche il video di Normale, il singolo scritto da Mahmood, mi sono messa in gioco anche in un altro campo. È andata bene. Interpreto una fisioterapista che attacca discorsi sull’esistenza: mi ci sono riconosciuta».

 

I discografici l’hanno pressata?
«Qualche proposta l’ho rifiutata: duetti con artisti più giovani. Ho evitato».

Snobismo?
«No: coerenza. Pino Daniele mi disse: “Non fare cose di cui potresti pentirti”. Poi nel frattempo alcuni miei collaboratori di lungo corso in Columbia (parte di Sony, ndr) sono passati a Warner».

Non ha pensato di seguirli?
«È che nelle altre case discografiche mi considerano una rompipalle, una battagliera. Ora del team storico di Sony è rimasto solo il presidente Andrea Rosi, a cui voglio bene. Non so cosa ne sarà di me».

Esclude un passaggio a Warner, dopo trent’anni?
«Non escludo niente. Bisogna vedere se mi lasciano andare e se mi vogliono (ride)».

Tra i segni zodiacali sul suo corpo, nel booklet, ne manca uno. Il capricorno. Quello del suo ex compagno Alex Baroni, al quale molti hanno pensato ascoltando “Parole dette male”.
«È sempre con me. In Tornerai cito la sua Onde. Parla di una fede oltre la fisicità».

C’è qualcuno che glielo ricorda nel modo di cantare?
«Marco Mengoni, tantissimo. Nel 2016, quando incidemmo insieme Come neve, in studio faticai molto. Mi fece venire i brividi».

Baudo l’ha sentito, poi?
«Sì. Mi ha fatto commuovere, prima del Festival. Gli ho dato del lei per dieci anni, succube della sua grandezza. Una volta discutemmo anche».

Perché?
«Nel 2003 voleva che tornassi in gara a Sanremo. Ma avevo un tour. Ci rimase male. Mi disse: “Sei esaurita”. Aveva ragione: non ce la facevo più. Poco dopo tornammo a parlare come se non fosse successo niente».

È spesso ospite ad “Amici”: Maria le ha proposto di fare il giudice al serale?
«Ci vado perché così vedo il mio compagno (Emanuel Lo, coreografo, padre di Samuel, 13 anni, ndr), che è nel cast. Maria mi fece la proposta anni fa: non fa per me. Ci stimiamo, però. Che dolore, la scomparsa di Maurizio. Sa che la prima ospitata in tv fu al Costanzo Show? Era il 1994. Mi invitò a duettare con il sassofonista Steve Grossman».

Visto che alla fine l’esperienza è andata bene, Sanremo lo rifarebbe?
«Un’altra volta? (Ride). È stato stancante. E io c’ho un’età».

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