Dinosauri, la nuova scoperta sull'estinzione di massa: «L'asteroide ha bloccato la fotosintesi clorofilliana per due anni»

Lo studio pubblicato su Nature Geoscience cambia prospettiva sul vero motivo della loro scomparsa

Martedì 31 Ottobre 2023
Estinzione dei dinosauri, nuova scoperta sulla vera causa: «La fotosintesi clorofilliana si bloccò per due anni»

Che la fine dell'era dei dinosauri - terminata circa 66 milioni di anni fa - fosse connessa con la collissione di un'enorme asteroide sulla Terra era già stato messo in luce da più ricerche negli scorsi anni, ma sulla causa precisa dell'estinzione degli enormi rettili preistorici non c'è mai stata finora un'assoluta certezza.

Ora, un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Geoscience suggerisce che probabilmente il vero motivo dell'estizione di massa dei dinosauri è diverso da quanto si credeva finora. 

Le ipotesi

Negli anni successivi all'impatto catastrofico dell'asteroide, sulla Terra ci fu un'estinzione di massa che sterminò il  75% delle specie viventi allora presenti. Tra queste, appunto, i dinosauri. Fino ad oggi, secondo studi precedenti, sarebbe stato lo zolfo rilasciato durante l’impatto, insieme alla fuliggine degli incendi, ad innescare un inverno globale con un abbassamento enorme delle temperature. 

Lo studio

Lo studio pubblicato su Nature Geoscience cambia ora prospettiva: secondo gli scienziati, sarebbe la polvere fine prodotta dalla roccia polverizzata lanciata nell’atmosfera terrestre ad avere il ruolo maggiore nell'estinzione dei dinosauri. Questa polvere avrebbe infatti bloccato la luce del sole a un punto tale che le piante non sono state in grado di effettuare la fotosintesi, processo biologico fondamentale per la vita, per quasi due anni. 

Il ruolo della fotosintesi

«L’arresto della fotosintesi per quasi due anni dopo l’impatto ha causato gravi sfide per la vita», ha affermato l’autore principale dello studio e scienziato planetario Cem Berk Senel, ricercatore post-dottorato presso l’Osservatorio reale del Belgio. Il blocco di questo fondamentale processo, infatti, «ha fatto crollare la catena alimentare, creando una reazione a catena di estinzioni».

Per effettuare lo studio, gli scienziati hanno sviluppato un nuovo modello computerizzato per simulare il clima globale dopo l'impatto dell'asteroide. Tale modello si basa anche su nuovi dati provenienti da campioni di sedimenti prelevati dal sito fossile di Tanis, nel Nord Dakota, che hanno "catturato" informazione per un periodo di 20 anni successivi all'atterraggio dell'asteroide.  

Gli scenari

Questo campione analizzato conteneva particelle di polvere di silicato che, secondo lo studio, sarebbe rimasta nell’atmosfera fino a 15 anni dopo l’impatto dell’asteroide. I ricercatori hanno suggerito che il clima globale potrebbe essersi raffreddato fino a 15 gradi Celsius. «Si è ritenuto a lungo che il principale meccanismo di uccisione fosse il freddo estremo seguito all'impatto di Chicxulub, ma ovviamente la cessazione della fotosintesi dopo l'impatto è un meccanismo esso stesso», ha spiegato Senel.

«Nel giro di poche settimane, il pianeta ha subito un arresto globale della fotosintesi, che è continuato per quasi due anni durante i quali la fotosintesi è completamente scomparsa - ha aggiunto lo scienziato -. Essa ha cominciato a riprendersi dopo questi due anni. Nel giro di tre o quattro anni, raggiunse la completa guarigione».

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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