In Abruzzo, dall'inizio dell'emergenza, sono stati registrati 587 casi positivi al Covid 19 e l'ospedale di Pescara è ormai al collasso. Dei 218 pazienti ricoverati in ospedale in terapia non intensiva 113 sono in provincia di Pescara (20 in provincia dell'Aquila, 34 in provincia di Chieti e 31 in provincia di Teramo) e dei 49 malati in terapia intensiva più della metà (28) viene curata nella strutture pescaresi (6 in provincia dell'Aquila, 6 in provincia di Chieti 9 in provincia di Teramo).
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Nel giorno più nero per Pescara e la sua provincia, con un aumento esponenziale dei ricoveri di pazienti positivi, l'ospedale ha chiesto alla Regione Abruzzo lo stop temporaneo ai ricoveri dei pazienti contagiati dal Coronavirus. Due-tre giorni per dare il tempo alla struttura sanitaria, quasi al collasso a causa dell'afflusso continuo di persone contagiate, di riorganizzarsi a livello assistenziale.
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Solo nella notte fra mercoledì e giovedì scorsi, 70 nuovi ricoveri e una terapia intensiva ormai allo stremo. Alla Regione, l'ospedale ha chiesto con effetto immediato uno smistamento dei casi positivi sui presidi sanitari abruzzesi, come il pronto soccorso del vicino ospedale di Chieti, e allo stesso tempo più rinforzi. Ridotti all'osso, anche a fronte delle decine di ricoveri giornalieri, gli infermieri e i medici soprattutto della Rianimazione e i posti letto. Quelli ricavati nei giorni scorsi nei vari reparti, dalla Geriatria alla Urologia alla Pneumologia, sono tutti pieni.
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Non bastano gli infermieri per fornire un'assistenza adeguata al tipo di pazienti, la maggior parte dei quali con quadri clinici molto delicati e a rischio vita. Sono 28 le persone con gravi insufficienze respiratorie ricoverate nelle terapie intensive di Pescara e al San Massimo di Penne (4). Si sta facendo il possibile e l'impossibile, «ma - dicono i medici - c'è bisogno di un aiuto speciale delle istituzioni, considerando che Pescara si trova a gestire la gran parte dei pazienti Covid, molti in condizioni critiche».
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