BASSANO - L’assessore regionale all’Istruzione e formazione Elena Donazzan è stata aggredita venerdì sera, alle 23.30, in centro a Bassano del...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Così Donazzan si ferma, scende dall’auto, chiede spiegazioni del gesto («un evidente odio verso di me»), si presenta e chiede nome e cognome della ragazza con piercing al naso che però non risponde.«Anzi - spiega l'assessore - il suo amichetto, quello che mi voleva sfidare con la camminata contro l’auto, mi intima di andarmene e mi dice che loro avrebbero negato visto che erano in tanti. Eccoli qua i democratici, tolleranti e probabilmente antifascisti».
L’assessore spiega anche che non ha chiamato le forze dell’ordine perché «il venerdì sera hanno ben altro a cui pensare», però si è ripromessa di andare in quella sede per chiedere il nome di quella ragazza «che non ha avuto il coraggio, dopo il suo elegante gesto, di dire il suo nome». Centinaia i commenti al post: messaggi di solidarietà e incoraggiamento a Donazzan. Tra questi c’è chi etichetta i due ragazzi come «veri fascisti», «vigliacchi» e «parassiti figli della scuola di sinistra» e chi ancora scrive «bastonare prima i genitori e poi i figli».
Oggi la Donazzan ha ripreso la notizia ringraziando «per la solidarietà, la vicinanza, i commenti indignati. In molti mi hanno chiesto di sapere il proseguo. Ebbene stamattina mi sono recata presso la sede da dove lorsignori e gentildonna, con ogni probabilità erano usciti. Volevo chiedere che tipo di riunione si fosse tenuta ed avere informazioni sulla ragazza. L’ho trovata chiusa. Però, trattandosi di una sede di proprietà del Comune, concessa a delle precise associazioni, con dei responsabili, chiederò ad un consigliere comunale di formalizzare un'interrogazione. Non voglio lasciare correre, non voglio che qualcuno si senta di poter offendere nessuno senza assumersi la propria responsabilità.
E poi la conclusione "politica": «Una Gent.le signora mi ha scritto di limitarmi a condannare il gesto di cui sono stata vittima, senza attribuire colore politico.....vi lascio le foto scattate stamattina fuori dalla sede ...comunale. Mi pare che sia piuttosto chiaro il riferimento ‘ideale’ dei partecipanti alle riunioni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino