«Difficile accettare una morte del genere, a 31 anni. Senza dimenticare che parliamo di un ragazzo sempre gentile, incapace di dire una parola fuori posto, che sapeva stare...
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«Non so come definire come mi sento ora, credo di essere andato oltre lo sconvolto» - ha spiegato l'ex fantasista barese - «Davide era un amico che avevo incontrato tante volte in Nazionale. Un amico di 31 anni, nessuno dovrebbe morire a quell’età». La morte, apparentemente per arresto cardiocircolatorio, ha inevitabilmente ricordato a Cassano l'esperienza vissuta quasi sette anni fa, con il malore e l'operazione al cuore quando vestiva la maglia del Milan: «Mi sento strano, certo. Ora sto bene, ma il mio è stato un problema completamente diverso, comune al 30% degli italiani. Mi hanno inserito un 'ombrellino' e problema risolto».
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Quando gli chiedono dei controlli medici, Cassano smentisce ogni possibile negligenza: «Si fanno e sono accurati, ma certe cose non si possono individuare, me lo hanno spiegato con attenzione quando è capitato a me. Ripeto, non si può morire così a 31 anni, ma purtroppo è successo e può succedere». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino