Lazio-Verona 0-0: si accende solo Luis Alberto, Inzaghi resta terzo

Lo sconforto di Luis Alberto mentre i giocatori del Verona fanno festa
La Lazio frena proprio nel momento del sorpasso all’Inter che resta al secondo posto con un punto di vantaggio. Il Verona tira per la maglia i biancocelesti che restano...

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La Lazio frena proprio nel momento del sorpasso all’Inter che resta al secondo posto con un punto di vantaggio. Il Verona tira per la maglia i biancocelesti che restano inchiodati allo 0-0. La squadra di Inzaghi si ritrova ferma come non le capitava da mesi. Addirittura l’ultima volta che non è andata a segno risale al 25 settembre, giorno dell’ultimo ko: 1–0 in casa dell’Inter. Ma c’è di più perché proprio lo zero a zero mancava addirittura da 65 partite, per l’esattezza da aprile 2018. Una vita fa. Unica consolazione della serata gelida il record di 17 risultati utili consecutivi: eguagliato Eriksson. Il Verona si conferma in salute, settima gara di fila senza ko. 


 

DUELLO PERSONALE
Per fotografare l’andamento della partita basta riguardare il duello personale di Luis Alberto con la porta gialloblù: due pali e due miracoli di Silvestri. Partita spigolosa. Difficile. Per certi versi bruttina. A centrocampo è una battaglia. Milinkovic si becca anche un giallo che lo costringerà a saltare la gara di domenica contro il Parma. Così come Radu. Il tecnico biancoceleste sposta Luis Alberto sulla sinistra per liberarlo dalla marcatura e lo spagnolo trova più spazio per le sue giocate. Qui inizia la sua personale battaglia. Come detto però senza gloria. Un peccato perché seppur faticando a fare la gara è stata la Lazio. 

STANCHEZZA
Nella ripresa la Lazio parte forte provando a sorprendere il Verona ma la squadra di Juric è quadrata e scavalcare il muro difensivo non è per nulla semplice. Così Inzaghi chiede ai suoi di abbassarsi per far uscire i gialloblù. Non a casa i biancocelesti ripartono spesso da Strakosha che lancia lungo per le sponde di Milinkovic. Serata complicata perché Ciro e compagni sbagliano spesso l’ultimo tocco. Sopraggiunge anche la frenesia di un risultato che non si sblocca e la normale stanchezza di due partite ravvicinate. Niente da fare. Il muro non viene giù. Resta l’amarezza per la sforttuna, ma la consapevolezza che nulla è perduto

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