Vuote duemila abitazioni pubbliche

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UDINE - Sono 1.945 gli alloggi in regione di proprietà pubblica che sono sottoutilizzati o inutilizzati. Tra gli obiettivi dell'imminente legge di riforma della politica della casa vi è quello di reimmetterli nel circuito a fini sociali, con un investimento di 15 milioni (13 statali). È uno dei nuovi aspetti della politica abitativa che la Regione sta approntando emersi ieri agli Stati generali della casa svoltosi a Udine su iniziativa dell'assessore competente Mariagrazia Santoro e introdotti dalla presidente della Regione, Debora Serracchiani.

Sindacati, inquilini, costruttori, proprietari, Ater, ambiti socio-assistenziali e anche gli istituti bancari sono stati protagonisti del confronto perché «la trasversalità del tema suggerisce di coinvolgere tutti i diversi soggetti protagonisti del settore», ha affermato Serracchiani.
La legge sarà votata dal Consiglio regionale entro il 31 ottobre e con essa «il sistema casa sarà uno dei mattoni sui quali si reggerà il welfare regionale». La norma sostituirà quella vigente del 2003, perché sono cambiate le esigenze e, per esempio, in Friuli Venezia Giulia crescono molto di più le domande per gli affitti calmierati che per il sostegno ai mutui prima casa. Uno degli snodi del nuovo sistema, sarà lo «sportello casa a livello delle Uti - ha sottolineato Santoro -, come luogo capace di far incontrare domanda e offerta. Sarà cioè in grado di rilevare i bisogni e di dare le risposte più adeguate nei singoli territori».
Flessibilità e differenziazione degli strumenti saranno parole d'ordine nel nuovo sistema per rispondere non solo a chi ha bisogno di una casa sociale, ma anche a chi la vuole acquistare e non ha il contratto di lavoro adeguato per accendere un mutuo in banca. Si sta lavorando affinché «con l'aiuto della Regione e dando maggiore fiducia da parte delle banche ciò possa accadere».

Apprezzato l'impianto della norma, diversi gli ulteriori spunti offerti dai rappresentanti dei diversi soggetti intervenuti. «Si potrebbe far in modo di utilizzare gli alloggi invenduti per locazioni ad affitto calmierato, creando un Fondo di garanzia in caso di morosità», ha suggerito tra l'altro il presidente Ance Fvg, Valerio Pontarolo, che ha invitato a «far presto perché il fattore tempo è fondamentale» anche per ridare ossigeno al comparto edile che da solo realizza il 60% dell'economia regionale. «Un milione investito in edilizia - ha concluso - crea 17 posti di lavoro tra diretti e indiretti».(((lanfrita))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino