Quei riti di iniziazione altro non sono stati che una violenza sessuale di gruppo che ora va condannata. Con pene più pesanti - 4 anni e 4 mesi a testa - per i cinque giocatori...
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Un processo nato dalla denuncia di un giovane giocatore che raccontò di quei riti, a cui sarebbe stato sottoposto il 29 giugno di sei anni fa, nel pullman con cui la squadra stava rientrando dopo una vittoriosa trasferta a Trieste. Un'esperienza traumatica che, nelle precedenti udienze, la stessa vittima aveva ricostruito nei dettagli. Un crescendo di violenze dal rito della covata, quando era stato immobilizzato e due compagni gli avevano messo il sedere sulla faccia. E ancora l'investitura, con il pene di un giocatore anziano fatto poggiare sulla sua spalla e sulla testa. Quindi la violenza peggiore, con la mungitura dei genitali, fino al rito finale dei frutti, con il giovane obbligato a correre nudo lungo la corsia del pullman e picchiato sulla schiena, fino a farla sanguinare.
Una «violenza di gruppo» per il pubblico ministero che ha chiesto la condanna a 4 anni e 4 mesi per Giancarlo Serio, oggi 38enne, Marco Grinzato, 27enne, Giacomo Canal, 28enne, Claudio Pavanello, 44enne, Stefano De Giorgi, 40enne. A 3 anni e 8 mesi per Stefano Brutesco, 52enne, e Tommaso Canuto, 50enne, La trasmissione degli atti in Procura è stata chiesta, oltre che per altri cinque giocatori di allora, ritenuti coinvolti, anche per tre testimoni (altri due giocatori e una fidanzata) per falsa testimonianza. Per la condanna, ieri, si è battuto anche l'avvocato Gabriele Annì, costituitosi parte civile per la vittima, che ha confermato la richiesta di un risarcimento da un milione di euro. Dopo quell'esperienza il giovane ha sofferto di un «disturbo post-traumatico da stress, con reazione depressiva». Poi hanno iniziato a parlare i difensori degli imputati che hanno sempre negato l'accusa di atti sessuali, sostenendo si trattasse di goliardia. Le arringhe continueranno il prossimo 27 settembre, mentre per il 4 ottobre è attesa la sentenza.
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Il Gazzettino