Una serra tecnologica, gestita elettronicamente, con pannelli fotovoltaici ruotanti in relazione all'inclinazione del sole. Un sistema azionabile a distanza per nutrire i pesci...
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Tutto questo accade ogni giovedì a Monselice, all'istituto Kennedy, nel laboratorio pomeridiano di fisica del professor Alfonso D'Ambrosio e della collega Silvia Veronese. Un posto specialissimo, frequentato oltre l'orario di scuola da studenti selezionati per le loro menti brillanti, dove i materiali poveri vengono lavorati fino a diventare modelli in grado di spiegare le più complesse leggi della fisica. A guidare il corso è per l'appunto il professor D'Ambrosio, il quale offre entusiasticamente ai giovani la possibilità di sperimentare in concreto la materia, con l'ambizioso obiettivo di partecipare all'Expo di Milano, il cui tema principale è, non a caso, "l'energia per la vita". La professoressa Veronese, invece, si occupa principalmente della parte elettronica, utilizzando Arduino, una piccola scheda elettronica molto utile per creare dei prototipi. I giovani protagonisti del laboratorio hanno tra i 15 e i 18 anni. Studiano all'Itis o all'indirizzo agrario. E per molti di loro la fisica è una vera passione, che a casa utilizzano per realizzare piccoli robot o per escogitare nuovi esperimenti. Magari guidati via chat dal modernissimo professor D'Amborsio, che insiste sull'importanza di utilizzare la tecnologia anche per lo studio. Il progetto al centro del laboratorio 2015 è il modello spazio-temporale, realizzato con la struttura di un tavolo circolare, il cui piano è un ritaglio di spandex (una fibra sintetica elastica), sul quale gli studenti hanno realizzato delle griglie con i pennarelli. Utilizzando delle sfere di varie misure e peso, unitamente a un programma informatico creato da loro stessi, i ragazzi possono studiare il cronotopo e la creazione del sistema solare, riescono a simulare le maree e il moto di Keplero, l'antigravità e persino la deflessione della luce. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino