Treviso, 13 infettati dall'anziana morta Il dottore: «Ho la febbre e mal di gola»

Treviso, 13 infettati dall'anziana morta Il dottore: «Ho la febbre e mal di gola»
IL NUOVO FRONTETREVISO Porte chiuse nella Geriatria di Treviso. Dopo la morte di Luciana Mangiò, la 76enne di Paese prima vittima trevigiana del coronavirus, dal reparto...

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IL NUOVO FRONTE
TREVISO Porte chiuse nella Geriatria di Treviso. Dopo la morte di Luciana Mangiò, la 76enne di Paese prima vittima trevigiana del coronavirus, dal reparto dell'ospedale Ca' Foncello non può uscire né entrare nessuno, se non il personale specializzato, espressamente autorizzato. «Stiamo lavorando senza accogliere nuovi pazienti e senza fare dimissioni spiega il primario Massimo Calabrò Escludiamo fin da questo momento un'errata gestione della paziente di 76 anni. Quando è entrata la sua cartella clinica parlava chiaro, indirizzando verso determinate patologie. Poi la situazione è precipitata». Nulla insomma poteva far presagire che Luciana Mangiò potesse contagiare altre persone (circostanza peraltro non ancora chiarita del tutto, ndr) o che il coronavirus potesse entrare in reparto. I pazienti ancora ricoverati verranno via via, 88 in tutto, dimessi, quando saranno escluse complicanze. Poi l'unità verrà chiusa e sanificata: l'operazione potrebbe durare un paio di settimane.

IL CONTAGIO
Di certo c'è che le persone che sono entrate in contatto con lei sono risultate positive al tampone. Tredici in tutto quelle trovate positive al tampone: la badante della donna, un vicino di casa della signora e altre undici tra il personale del nosocomio trevigiano che negli ultimi giorni aveva lavorato in Geriatria. Si tratta di cinque medici, due infermieri e quattro operatori sanitari. Tutti non presentano sintomi simil influenzali o problemi respiratori e sono stati messi in isolamento domiciliare dove vengono tenuti sotto controllo con cadenza quotidiana. Tutti tranne uno: un medico dottorando padovano di 33 anni, specializzando in Medicina interna, che si trova ricoverato nel reparto di malattie infettive a Padova dopo aver coperto tre turni di guardia notturna a gettone nell'unità di Geriatria del Ca' Foncello.
IL RACCONTO

«Avevo iniziato a sentirmi un po' strano nel pomeriggio di martedì. Verso sera le cose sono peggiorate - afferma il medico 33enne - Ho deciso di non aspettare oltre e di rivolgermi subito all'ospedale di Padova. Qui mi hanno fatto il test per il coronavirus. È risultato positivo. Adesso ho qualche linea di febbre: 37,3. E un po' di mal di gola. Nel complesso, comunque, al momento non mi sento male». Ciò che preoccupa, ora, è che negli ultimi tempi il dottore ha lavorato in diversi ospedali del Veneto. L'incubo è iniziato proprio martedì con il decesso di Luciana Mangiò, da tempo costretta a convivere con gravi patologie, a cominciare da un grave scompenso cardiaco. Martedì il 33enne era tornato a casa da Treviso senza particolari problemi, solo con la consegna di rimanere in isolamento domiciliare per due settimane. Ma la sera stessa ha iniziato a sentirsi male. Così ha deciso di rivolgersi subito all'ospedale di Padova. E il test ha confermato il contagio da nuovo coronavirus.
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Il Gazzettino