Tamponi rapidi anche dal medico Da novembre test in ambulatorio

Tamponi rapidi anche dal medico Da novembre test in ambulatorio
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TEST E TRACCIAMENTO
PORDENONE Sono due i fronti sui quali vanno riempite le falle per cercare di arginare la corsa del virus. Rispetto al numero dei tamponi - ieri in realtà il dato regionale parlava di quasi seimila test effettuati - tra qualche giorno arriveranno in soccorso del Dipartimento di prevenzione i medici di medicina generale. A livello nazionale è stato infatti raggiunto l'accordo con il ministero e le associazioni dei medici di famiglia che potranno così effettuare i tamponi rapidi all'interno dei loro ambulatori.

CINQUANTA KIT
Anche in provincia di Pordenone stanno per arrivare i kit con i tamponi rapidi che ciascun medico potrà effettuare. Si tratta del tampone nasale rapido. Non è il tradizionale test rinofaringeo molecolare ma a livello scientifico ha mostrato una affidabilità piuttosto alta. Ciascun medico di famiglia avrà a disposizione circa una cinquantina di tamponi. L'obiettivo è quello di alleggerire le strutture dei dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie che così potrebbero investire maggiori risorse sull'altro fronte critico: quello del tracciamento che visto il forte incremento dei contagi rischia di andare in tilt. Non tutti, però tra i medici di base hanno mostrato la piena disponibilità a effettuare i tamponi. Si sostiene, da parte di alcuni, che gli ambulatori non sono i locali più idonei dove effettuare i test.
POST QUARANTENA
«Per quanto riguarda il nostro territorio - fa sapere Ferdinando Agrusti, segretario provinciale della Fimmg,il sindacato più rappresentativo tra i medici di medicina generale - credo che ci sarà una adesione piuttosto massiccia. Era stato così a settembre quando si sono fatti i tamponi a tutto il personale sanitario. E anche stavolta - sottolinea il responsabile dell'associazione sindacale - i medici non si tireranno indietro. La mission che ci è stata affidata nell'ottica di alleggerire il Dipartimento, è quella di eseguire il test su quei pazienti che terminano la quarantena, a prescindere dal fatto che siano stati positivi o negAtivi, e devono riprendere la loro normale attività».
ESERCITO IN CAMPO

Intanto, sull'altro fronte critico, quello del tracciamento dei positivi, si sta studiano l'ipotesi - in Friuli Venezia Giulia come in altre Regioni - di una collaborazione con l'Esercito. Le modalità di utilizzo di strutture o uomini deve essere delineata. Ciò che è certo è che la frontiera del tracciamento veloce dei contatti dei contagiati è ormai in forte affanno anche sul territorio. Perciò qualsiasi supporto, organizzato con le istituzioni, sarebbe decisamente prezioso.
d.l.
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Il Gazzettino