Schiucaz e Borsoi: la pioggia tiene tutti col fiato sospeso

Schiucaz e Borsoi: la pioggia tiene tutti col fiato sospeso
ALPAGODoppio sopralluogo ieri per le frane che preoccupano l'alpago, quella di Borsoi a Tambre e quella di Schiucaz nel territorio comunale di Alpago. Ad arrivare sul posto...

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ALPAGO
Doppio sopralluogo ieri per le frane che preoccupano l'alpago, quella di Borsoi a Tambre e quella di Schiucaz nel territorio comunale di Alpago. Ad arrivare sul posto l'assessore Regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin che ha sottolineato il lavoro fatto dai volontari che ormai da due settimane tengono monitorati i versanti.

Oggi intanto è il giorno dell'inizio della fase operativa con l'avvio del cantiere di Veneto Strade. Si lavorerà nella parte alta della frana per realizzare una pista dove far salire i mezzi, come escavatori e ragni per poi alleggerire la sommità. La frana di Schiucaz è un mostro di 6mila metri cubi di materiale. «Si tratta di alleggerire la parte alta in bilico - spiega il tecnico esplosivista Coppe -, poi si andrà a lavorare e risolvere le cose in sicurezza». Si procederà con delle cariche esplosive moderate per far crollare la parte centrale della roccia, cercando di non urtare le case. Un compito non semplice per il quale la Regione, attraverso Veneto Strade, sta mettendo in campo i tecnici con esperienza e capacità riconosciuta anche all'estero.
Proprio a Danilo Coppe, nome balzato alla cronaca per la demolizione del moncone del ponte Morandi a Genova, si è rivolta la Regione. Sabato c'è stato il sopralluogo preliminare. Al termine dell'incontro con geologi, politici e esperti, il tecnico specializzato nell'uso degli esplosivi ha spiegato che i suoi uomini stanno lavorando all'elaborazione di un piano che sarà sottoposto a Veneto Strade. «Stiamo facendo in fretta - ha spiegato Coppe - fa sempre un certo effetto vedere la gente costretta a lasciare casa in fretta ma sono sicuro che si risolverà».
I tecnici devono però fare i conti con il meteo. La giornata di tregua con il rialzo netto delle temperature e la nuova pioggia di ieri hanno reso, se possibile, ancora più instabile la massa che ormai da due settimane è in bilico su Schiucaz e sulle case sfollate in piena emergenza.
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Il Gazzettino