Riciclavano milioni: trevigiana agli arresti

Riciclavano milioni: trevigiana agli arresti
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L'INCHIESTA
RONCADE C'è anche una donna trevigiana tra le 5 persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Padova per il reato di riciclaggio internazionale. Si tratta di una 36enne originaria di Roncade, Silvia Moro, compagna del 59enne sandonatese Alberto Vazzoler, ex odontoiatra con la passione per il web e l'alta finanza. La coppia, assieme ad altri tre soggetti residenti all'estero, è accusata di aver ripulito per conto di decine di imprenditori italiani e svizzeri la bellezza di 46 milioni di euro. Soldi trasferiti dall'Italia alla Svizzera per poi passare su altri conti esteri, fino a Dubai, per poi essere riportati in contanti in Svizzera.

VITA DA NABABBI
Grazie alle commissioni sul denaro riciclato Vazzoler e i suoi sodali avrebbero accumulato una fortuna, investendo in immobili di pregio, barche e auto di lusso. Applicando la normativa antimafia i finanzieri padovani hanno sequestrato al 59enne e alla compagna due appartamenti di pregio a Padova e Jesolo (da 270 e 233 metri quadri), un motoscafo Thunder Sunseeker da 14 metri, una Jaguar XK 5.0 e una Maserata. Valore complessivo: 2,3 milioni di euro. Il ruolo di Silvia Moro, stando a quanto filtrato dagli inquirenti, non sarebbe stato direttamente operativo anche se, di certo, conosceva i traffici del compagno, lo copriva e lo aiutava. Laureata in giurisprudenza a Padova, la Moro è cresciuta nella piccola comunità di Biancade di Roncade. «I genitori sono persone stimate, che si occupano anche di volontariato - afferma il sindaco Pieranna Zottarelli -. Lei operatrice sanitaria, lui pensionato. La ragazza non la conosco, ma mi auguro sia fatta chiarezza e vengano delineate, se vi sono, le diverse responsabilità delle persone coinvolte». «Proviene da una famiglia umile - la ricorda una conoscente - ma ha sempre frequentato gente facoltosa: vestiva sempre elegante e quando tornava in paese si faceva spesso vedere a bordo di auto di lusso. È sempre stata una ragazza che ama le cose belle».
IL SISTEMA
Se Vazzoler e la Moro erano i referenti in Italia (nonostante lui risulti formalmente residente nel Principato di Monaco), gli altri tre arrestati facevano da sponda oltre confine: Marco Suardi, 52enne di Bergamo e Albert Damiano, 58enne di Chiasso Chiasso, in Svizzera ed Elena Manganelli di Rienzo, padovana di 42 anni, a Dubai. L'organizzazione, stando a quanto emerso, era capace di riciclare denaro proveniente da attività illecite come evasioni fiscali, frodi o distrazioni patrimoniali. Vazzoler e la sua compagna, fulcro veneto dell'associazione, erano contatto costante con i tre referenti all'estero. La padovana Manganelli di Rienzo a Dubai, Damiano e Suardi in Svizzera. E lì, a Lugano, c'era il caveau del denaro riciclato.
I CLIENTI
I clienti erano decine, perlopiù imprenditori, italiani e svizzeri. L'associazione aveva un vero e proprio portfolio ed era diventata un punto di riferimento per chi intendeva riciclare denaro sporco. Il cliente utilizzava un conto svizzero per spedire un bonifico su alcuni conti aperti in Repubblica Ceca e in Slovacchia. A volte diecimila euro, altre centomila, e via così, sempre sotto la maschera di presunte fatture commerciali. Dall'est Europa gli stessi soldi venivano poi trasferiti sempre tramite bonifico a Dubai. La causale? «Acquisti di lingotti d'oro». Qui, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, la complice padovana prelevava i soldi e sfruttava le leggi più favorevoli in tema di maneggio di denaro contante. Le banconote venivano quindi trasportate a Lugano con un aereo specializzato e tornavano nella disponibilità del cliente iniziale. Per questo servizio l'organizzazione tratteneva una percentuale tra il 5 e il 10% calcolato sul totale dell'importo.

Alberto Beltrame
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino