Una cinquantina di palloncini bianchi per dare l'addio a Teresa Costanza, il silenzio suonato dalla tromba e il picchetto militare per l'estremo saluto a Trifone Ragone. Sono gli...
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A qualche ora di distanza, ieri pomeriggio, il commiato anche a Trifone Ragone, ad Adelfia in provincia di Bari dove la salma era arrivata martedì verso la mezzanotte ed era stata esposta nella Chiesa di Maria Santissima del Principio (già martedì in serata si era creata la fila di persone per le condoglianze). La bara avvolta nel tricolore ha percorso la via che conduce alla chiesa di San Nicola da Bari per la celebrazione del rito funebre, circondata da migliaia di persone (compaesani e molti ex militari) che hanno affollato il piazzale. All'ingresso e all'uscita dalla chiesa il feretro è stato salutato dal picchetto militare. Un intero paese si è fermato per rendere omaggio al sottufficiale Trifone, membro di una famiglia molto conosciuta ad Adelfia. Le bandiere e i gonfaloni del Comune erano listati a lutto, molti i negozi che hanno chiuso per onorare il giovane ventinovenne ucciso accanto alla sua compagna. Nei volti delle persone era visibile il segno tangibile delle lacrime e della compartecipazione alla sofferenza della famiglia Ragone. Alle esequie hanno partecipato anche militari, tra cui il generale di Brigata Natalino Madeddu, comandante militare regionale della Puglia, che ha letto la prima lettura della liturgia. Pur immerso in una folla di gente, è stato un addio pieno di formale riserbo (tenuti al di fuori della chiesa i fotografi e le telecamere), non senza un ultimo attacco alla stampa, formalizzato dal parroco don Felice Iacobellis che durante l'omelia ha parlato di «barbara uccisione che richiede il rispetto del silenzio» senza i «nauseabondi scoop giornalistici».
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Il Gazzettino