ROMA - Dal governo Renzi alla guida del Csm: Giovanni Legnini, fresco di dimissioni dall'incarico di sottosegretario all'Economia e che sin dall'inizio era stato indicato dal Pd...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non a caso nel suo discorso di insediamento Legnini ha assunto l'impegno di attribuire «centralità» al ruolo del plenum, depositario della «volontà collegiale» del Csm. Così come, invitando Palazzo dei marescialli ad accettare «la sfida delle riforme», facendo proprio l'obiettivo del «pieno recupero dell'efficienza della giustizia italiana», ha sottolineato la legittimità dei pareri del Csm sulle riforme; una prerogativa che sarà esercitata «senza invasioni di campo», ma «segnalando in modo puntuale» le norme in contrasto con gli obiettivi dichiarati o che possono ledere «ruolo e funzione costituzionale dei magistrati»; funzione che «è e dovrà essere sempre autonoma, indipendente e imparziale». Sulla stessa linea la richiesta di un «confronto non rituale ma effettivo» con il ministro Orlando. «Eludere le tentazioni corporativiste» è stata invece la sollecitazione che Legnini ha rivolto ai componenti del Csm, soprattutto in vista degli impegni che li attendono, come quello «forse senza precedenti» del rinnovo di 400 capi e vice di uffici giudiziari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino