Lo spacciatore resta in cella: gli ha iniettato la dose letale

Lo spacciatore resta in cella: gli ha iniettato la dose letale
Per la morte di Federico Bertollo è in carcere il tossicodipendente Ivano Sogliacchi, accusato di avergli procurato e iniettato la dose. L'autopsia ha confermato che non può...

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Per la morte di Federico Bertollo è in carcere il tossicodipendente Ivano Sogliacchi, accusato di avergli procurato e iniettato la dose. L'autopsia ha confermato che non può essere stato Federico a bucarsi visto che il segno dell'iniezione è nella mano destra del giovane. Un particolare decisivo per le indagini. Il ragazzo infatti aveva paralizzata tutta la parte sinistra del corpo, a seguito di un incidente stradale avvenuto quando aveva quattordici anni. Dunque, è impossibile che Federico possa avere utilizzato la mano sinistra per iniettarsi la droga nella mano destra. Quello che era un sospetto ora è certezza: qualcuno ha venduto la dose letale al giovane e poi gliela ha anche sparata in vena. Secondo gli inquirenti è il 49enne Sogliacchi, ora dietro alle sbarre di una cella del Due Palazzi accusato dei reati di morte come conseguenza di altro reato e di spaccio. Difeso dall'avvocato d'ufficio Giuseppe Pavan, Sogliacchi durante l'interrogatorio di garanzia, dove ha chiesto anche di avere il gratuito patrocinio, si è difeso davanti al Gip Domenica Gambardella per oltre un'ora professandosi innocente. Ma il giudice ha comunque convalidato l'arrestato e la custodia in carcere. L'autopsia sul cadavere del 22enne è stata difficoltosa, perchè il corpo era già in avanzato stato di decomposizione. Durante l'esame sono stati raccolti campioni di tessuto degli organi interni, che saranno utilizzati per l'analisi tossicologica.

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Il Gazzettino