LE MISURE ROMA Fino al 13 aprile, lunedì di Pasqua, rimarrà tutto com'è

LE MISURE ROMA Fino al 13 aprile, lunedì di Pasqua, rimarrà tutto com'è
LE MISUREROMA Fino al 13 aprile, lunedì di Pasqua, rimarrà tutto com'è oggi: Italia chiusa per coronavirus. Ieri sera è stato firmato dal presidente del consiglio il Dpcm che...

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LE MISURE
ROMA Fino al 13 aprile, lunedì di Pasqua, rimarrà tutto com'è oggi: Italia chiusa per coronavirus. Ieri sera è stato firmato dal presidente del consiglio il Dpcm che proroga tutti i provvedimenti in vigore fino a domani. Non bisogna abbassare la guardia», ripetono sia Giuseppe Conte sia il ministro della Salute Roberto Speranza. Entrambi hanno bene in mente qual è l'indicazione che arriva dagli esperti: mantenere rigide le misure di contenimento e il distanziamento sociale per evitare che i risultati ottenuti vengano vanificati e il virus riprenda la sua folle corsa, soprattutto nelle regioni del Sud.

Dunque tutto come da copione. Anzi da copia e incolla: la quarantena va avanti con le misure già in atto riguarda chiusure, aperture delle attività essenziali (alimentari, farmacie, edicole, tabaccai) e limitazioni degli spostamenti. L'unica vera novità è uno stretta: lo stop agli allenamenti degli atleti professionisti, invocata e ottenuta dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.
Cosa succederà il 14 aprile? Salvo sorprese e scenari che al momento il comitato scientifico esclude poco e niente. Non a caso a frenare gli entusiasmi è proprio Conte, durante l'ormai consueta conferenza stampa serale di illustrazione del Dpcm. «Non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale».
I COMPARTI
Ecco perché ieri sera dal governo le uniche mezze certezze riguardo le aperture dal 14 aprile riguardavano principalmente tre settori produttivi: l'industria della carta, le attività forestali o lo smaltimento dei magazzini della grande distribuzione che al momento sono chiusi. Niente più. Per il resto, come dice il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, è troppo presto per spingersi avanti. Proprio dal Mise per quanto riguarda l'ipotesi di aperture scaglionate per regioni, a seconda della curva epidemiologica, continuano a essere rigidi: non è sul tavolo, si esce e si riparte tutti insieme. Non ci saranno dunque eccezioni. «Bisogna prepararsi alla riapertura - spiega proprio Patuanelli - ma è difficile pensare di farlo per territori, più facile pensare per filiere, altrimenti il rischio è di creare delle asimmetrie».
In questa fase la maggioranza giallorossa è divisa sulla fase 2. Motivo per il quale il Pd chiede a Conte una cabina di regia per gestire insieme la riapertura del Paese: dalle industrie alle attività commerciali, passando alle norme in vigore che limitano gli spostamenti. Matteo Renzi, a nome di Italia viva, spinge affinché la ripresa sia più rapida possibile. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti frena: «Il mio contributo è non partecipare a un dibattito che non ha senso - dice il segretario e governatore del Lazio, da tre giorni guarito dal Covid19 - se non fondato sulla scienza e scelte condivise da prendere insieme. Dobbiamo occuparci della ripresa, nelle forme possibili, ma non ci sarà ripresa se non si sconfigge il virus». Se si molla, dice Zingaretti senza mai voler andare in polemica con Renzi, «rischiamo di vanificare tutti gli sforzi». Come ha ripetuto Conte anche ai leader del centrodestra incontrati ieri mattina a Palazzo Chigi, nei prossimi mesi «dovremo prepararci a un piano epidemiologico». In poche parole la fase 2 del Paese passerà dalla «convivenza con il virus».
LA STRATEGIA

Conte sa di dover fare in fretta, perché le conseguenze economiche più la situazione rimane bloccata più diventano devastanti. Ma allo stesso tempo vuole mettere al centro la salute e la sicurezza nei posti di lavoro. Le sue parole d'ordine continuano a essere «gradualità» e «protocolli». In questo quadro di tensioni solo sopite, perché l'emergenza e le morti sono troppo pressanti, il prossimo terreno di scontro dentro la maggioranza è dietro: l'angolo. Il fronte riguarda la riapertura della scuola. Lucia Azzolina, titolare dell'Istruzione, lavora sull'esame di Maturità da casa, in videoconferenza. Uno scenario che rimanda la riapertura della scuola al prossimo settembre. Posizione che vede ostile Matteo Renzi. E dunque il dibattito in futuro sarà questo: aprire sì, no e come se ne pensa la scienza? Nel frattempo come ha detto agli italiani Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, «Pasqua e Pasquetta ve la scordata: rimarrete a casa».
Simone Canettieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino