LATISANA - «Gli spari, il fuggi fuggi generale e poi la città spettrale».

LATISANA - «Gli spari, il fuggi fuggi generale e poi la città spettrale».
LATISANA - «Gli spari, il fuggi fuggi generale e poi la città spettrale». Enzo Dell'Aversano, 44 anni, di Latisana, vive con la moglie e i figli a Monaco da una decina di anni....

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LATISANA - «Gli spari, il fuggi fuggi generale e poi la città spettrale». Enzo Dell'Aversano, 44 anni, di Latisana, vive con la moglie e i figli a Monaco da una decina di anni. «Non ho mai visto la città in questo modo, abbiamo avuto tutti paura» spiega. Quando il 18enne ha iniziato a sparare, la famiglia di friulani era a casa, a due chilometri dal centro commerciale della tragedia. «C'è stato un fuggi fuggi generale - racconta Enzo - gente che gridava poi è iniziato un tam tam attraverso Facebook e quindi le edizioni straordinarie dei telegiornali. Proprio attraverso i social network tutti noi cittadini di Monaco abbiamo iniziato a scriverci per capire cosa stesse accadendo, anche perchè all'inizio le notizie erano confuse. L'amico di mio figlio, che lavora proprio al centro commerciale, ci ha comunicato che avevano sparato vicino al fast food e poi in galleria e che c'erano dei morti». Intanto la famiglia di Latisana si era messa in contatto con i parenti e gli amici nella Bassa, attraverso WhatsApp, rassicurando tutti sulle loro condizioni. «In televisione è apparso il capo della Polizia della Baviera - riferisce ancora Enzo -: ha chiesto di chiuderci in casa dato che stavano cercando tre attentatori armati fuggiti. Ci siamo trovati in una sorta di guerra che ci ha travolto, al tal punto che non riuscivamo nemmeno a reagire. Mia moglie, direttrice di un hotel in pieno centro a Monaco, si è messa in contatto con il personale che continuava a ribadire che si erano uditi spari anche in città». Evidentemente, shock e paura stavano prendendo il sopravvento. «Mia moglie ha ordinato di chiudere la struttura - spiega il friulano -, poi, uno dopo l'altro, hanno chiuso tutti i ristoranti in città. Sono quindi arrivati gli elicotteri, ne ho contati almeno 5, che hanno continuato a passare sopra le nostre teste fino a notte inoltrata, con dei grossi fari che illuminavano tutta il nord di Monaco. Non potevamo più muoverci, con treni, metro e autostrade chiuse».

«Mai vista Monaco così... Amo questa città, non merita quanto è successo».
Marco Corazza


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Il Gazzettino