Ladri in canonica mentre il prete dice messa

Ladri in canonica mentre il prete dice messa
SAN PIETRO IN GUMentre sabato sera il parroco stava celebrando la messa prefestiva, a pochi metri di distanza, i ladri rubavano in canonica. Quando il religioso è rientrato per...

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SAN PIETRO IN GU
Mentre sabato sera il parroco stava celebrando la messa prefestiva, a pochi metri di distanza, i ladri rubavano in canonica. Quando il religioso è rientrato per la cena, si è trovato la casa a soqquadro e ha chiamato i carabinieri. Nessuna remora dei malviventi per le vittime, i sacerdoti della parrocchia di San Lorenzo a San Pietro in Gu, guidata da un mese da don Guido Bottega, proveniente da Montecchio Maggiore.

LA SITUAZIONE
Da pochissimo è giunto ad abitare nella cittadina al confine con la provincia di Vicenza, assieme alla mamma di 80 anni. Con lui un altro sacerdote, don Gastone Pettenon, di 81 anni. L'ammanco è di poco meno di mille euro in contanti e di due maglioni. Denaro solo in piccola parte frutto delle offerte dei fedeli. Una parte era dei sacerdoti, mentre il resto serviva per pagare le utenze della canonica e un corso di preghiera. I malviventi hanno approfittato della messa del sabato che comincia alle 19. Massimo un'ora di tempo per agire, considerato che nella grande canonica i due sacerdoti e l'anziana madre di uno di loro non c'erano perché impegnati in chiesa, i cui accessi si controllano facilmente in quanto la canonica si trova sul lato opposto della strada laterale all'edificio di culto: l'ingresso maggiore dà su piazza Prandina, centro di San Pietro in Gu.
LA TESTIMONIANZA
A raccontare il fatto il parroco don Guido. «Poco prima delle 20, terminata la celebrazione, sono rientrato in canonica con mia mamma e don Gastone. Tutto era sotto sopra, dal piano terra al piano superiore. Ho capito subito che c'erano stati i ladri. Sono ritornato in piazza, c'erano ancora il sindaco Paolo Polati al quale ho chiesto di chiamare i carabinieri. Dai controlli specifici assieme a loro, abbiamo visto che i ladri sono entrati nel giardino interno della canonica. Da qui, quando dentro non c'era nessuno, hanno tagliato l'inferriata di una finestra. Una volta tolta hanno scassinato l'infisso con un piede di porco ed hanno avuto accesso alle stanze».
Certamente c'era chi controllava che non arrivasse nessuno. Sapendo che i tre residenti erano impegnati nella celebrazione, avesse suonato alla porta qualcuno, nessuno avrebbe aperto. Unica cosa da tenere d'occhio quindi, l'orologio: il tempo della messa per non essere ancora in canonica al rientro dei sacerdoti. «I ladri - continua il parroco - hanno guardato ovunque. Hanno disfatto i letti pensando ci fossero soldi nascosti. Aperto cassetti ed armadi. Tutte le stanze sono state controllate. Addirittura nello studio, hanno aperto la fotocopiatrice e tolto i cassetti, pensando ci fosse nascosto del denaro, che ovviamente non c'era. Quello che hanno trovato era per saldare utenze, pagare un corso di preghiera e per piccole esigenze personali. Chi ha agito lo ha fatto in modo preciso. Ha studiato tutto alla perfezione, sapendo utilizzare anche gli utensili. Non è semplice togliere una inferriata come quelle che abbiamo. Chi ha fatto il furto non si pone assolutamente il problema di chi va a derubare, sottolineando che non lo si dovrebbe mai fare. Non hanno quindi riguardo di rubare a dei sacerdoti. Ovviamente la nostra opera di carità e di solidarietà non si ferma».
I DANNI

La parrocchia, come tutte, ha una copertura assicurativa. Bisogna però considerare l'ammontare della franchigia e quello che si può dimostrare per ottenere il relativo risarcimento. Ad esempio il denaro delle offerte potrebbe essere considerato certo. Quindi un danno c'è sempre. «Rimane soprattutto - conclude don Guido - l'amarezza per quello che è stato fatto verso la comunità e, poi, per la paura che il furto ha causato, non per quanto mi riguarda, ma verso don Gastone e mia mamma che hanno una certa età e che comprensibilmente ora temono possa accadere di nuovo. Loro non hanno dormito tutta la notte».
Michelangelo Cecchetto
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino