La moglie: «Aveva preso la bicicletta di nostro figlio, la sua era stata rubata»

La moglie: «Aveva preso la bicicletta di nostro figlio, la sua era stata rubata»
LA FAMIGLIACADONEGHE «Mi sembra di vivere in un incubo dal quale vorrei svegliarmi e sapere che Paolo c'è ancora».Un filo di voce, un tono dolce ma profondamente triste che...

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LA FAMIGLIA
CADONEGHE «Mi sembra di vivere in un incubo dal quale vorrei svegliarmi e sapere che Paolo c'è ancora».Un filo di voce, un tono dolce ma profondamente triste che arriva da un cuore lacerato dal dolore. Stefania Schievano, la moglie di Paolo Lotto, descrive così la sensazione che ha provato subito dopo aver appreso la notizia.

«Quando ho visto i carabinieri alla porta - racconta la donna - ho pensato fossero arrivati qui per via del furto che abbiamo subito martedì scorso. Tutti i garage del condominio sono stati aperti e dal nostro hanno rubato la bici da corsa di Paolo» spiega Stefania piangendo e passandosi una mano sulle ciglia e le asciuga. «Per questo stamattina Paolo aveva preso la bici di nostro figlio Alessandro. E invece mi hanno detto che Paolo aveva avuto un incidente e che era morto. Ho sentito come un colpo forte dritto al cuore, mi è mancata la terra sotto i piedi e ho viso tutto nero. Da quel momento mi sembra di non vivere la mia vita, ma di stare in un incubo».
Visto la bella giornata Paolo, che lavorava come impiegato alla Vertiv (ex Emerson) di Piove di Sacco, aveva deciso di approfittarne e di farsi un giro sui Colli e sarebbe stato di ritorno poco dopo mezzogiorno. «Nel pomeriggio aveva promesso a nostra figlia Noemi, che studia a Trento alla facoltà di Giurisprudenza, di fare con lei qualche guida con l'auto perchè sta anche studiando per la patente. Terminate le guide Noemi sarebbe ripartita per Trento. Paolo era un uomo speciale, viveva solo per noi, la sua famiglia, si faceva in quattro se gli si chiedeva un favore. Ci eravamo conosciuti tanti anni fa quando lui era il mio allenatore di pallavolo. Poi ci siamo innamorati, sposati e abbiamo messo su famiglia. Non riesco a credere che lui non ci sia più, che sia davvero successo quello che mi hanno detto. Ancora non me l'hanno fatto vedere. E se sarà possibile penso che acconsentirò alla donazione degli organi».
Oltre alla moglie e ai due figli Paolo lascia anche due fratelli, Fabio e Walter, nipoti e parenti. Il papà Francesco aveva lavorato come idraulico e tutto fare. La notizia della tragica morte si è diffusa in un baleno nella zona di Bragni e in tutta la comunità di Cadoneghe. Davanti alla sua casa c'è stata una silenziosa processione di amici, conoscenti, vicini di casa, amici. Tutti hanno voluto portare la loro vicinanza e conforto alla famiglia. «Paolo era un uomo volenteroso, riservato, amante dello sport - ricorda l'ex sindaco Michele Schiavo - I ricordi di lui sono legati alla giovanezza e alle bellissime esperienze in ambito parrocchiale e sociale».

Soprattutto durante la bella stagione i percorsi collinari sono letteralmente presi d'assalto. Non solo la provinciale 43 di Torreglia dove è avvenuto il drammatico scontro, ma anche, per fare qualche esempio, la strada Cengolina che attraversa Galzignano e il suo comprensorio. Senza dimenticare il gettonatissimo Passo delle Fiorine di Teolo. Ieri mattina, in via Abate Barbieri, dove ha perso la vita Paolo Lotto, c'era chi chiedeva la chiusura definitiva delle strade collinari al passaggio delle due ruote, bici o moto che siano. «Continua manutenzione e aumento dei controlli da parte delle forze dell'ordine, sono queste le due linee guida lungo le quali dobbiamo muoverci» è la posizione del sindaco di Torreglia Filippo Legnaro.
Lorena Levorato
Eugenio Garzotto
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Il Gazzettino