IL RETROSCENAROMA Il messaggio è arrivato forte e chiaro in una lettera firmata da Uefa, Eca ed European Leagues: «Non seguite l'esempio del Belgio. Chiunque pensa a una...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA Il messaggio è arrivato forte e chiaro in una lettera firmata da Uefa, Eca ed European Leagues: «Non seguite l'esempio del Belgio. Chiunque pensa a una soluzione simile rischia di non partecipare alle manifestazioni europee nella prossima stagione». Il pericolo di vedere leghe prendere decisioni differenti era molto alto. Meglio mettere subito un punto. D'altronde per la Uefa portare a termine le coppe europee è fondamentale. Fermare Champions ed Europa League costituisce un danno economico non indifferente. Soprattutto dopo lo slittamento dell'Europeo. Stando ad alcune stime la previsione dei ricavi dell'Uefa per quest'anno erano di 5,7 miliardi per la stagione 2019/20, comprensiva della quota legata agli europei. Facendo due rapidi calcoli è facile capire che le coppe portano nelle casse di Nyon ben 3 miliardi di euro. Il presidente Ceferin, dopo essersi dovuto arrendere al rinvio dell'Europeo, si sta battendo per assegnare i due trofei. Nei giorni scorsi è sceso anche a patti con le varie Leghe che avevano posto come condizione necessaria il termine dei campionati. Ecco perché ieri si è espresso in termini duri. Si devono finire i campionati e quindi le coppe.
CAMBIO DI ROTTA
Già, resta da capire come fare. Un paradosso per la Juventus. Quale squadra in testa alla classifica non avrebbe interesse a sospendere definitivamente il campionato, aggiudicandosi immediatamente il titolo? Il 15 aprile il Bruges sarà ufficialmente campione di Belgio. In controtendenza invece la Serie A, con la Juve al primo posto ma decisa a giocarsi lo scudetto sul campo, nonostante tre casi di positività al Covid-19 (Rugani, Matuidi e Dybala) e quasi mezza squadra tornata in patria, in attesa di comunicazioni in merito alla ripresa. Tra ECA e Juventus, Andrea Agnelli si sdoppia, ma la linea adesso è la stessa: i campionati vanno giocati fino alla fine. E la Juventus, dopo aver inizialmente preso tempo spingendo per chiudere in anticipo il campionato, ha scelto di schierarsi accanto a Pallotta, Lotito e De Laurentiis per tornare in campo, ovviamente solo quando ci saranno adeguate garanzie sanitarie. Di sicuro anche l'accordo sugli stipendi (unica squadra a farlo) ha dato una spinta in più. Il messaggio chiarissimo è stato recepito anche da giocatori e tifosi, lo stesso Gravina nei giorni scorsi ha confermato che «La Juventus non vuole lo Scudetto a tavolino», pensiero sdoganato qualche settimana fa da Andrea Agnelli con un like su Twitter alla richiesta di un no grazie ad un eventuale titolo a tavolino. Meglio l'adrenalina di un duello all'ultima giornata con l'Inter di Zhang, dall'anno scorso membro board Eca e amico personale del presidente juventino. La vera domanda è: come ripartire? Visti Dybala e Matuidi ancora in quarantena, e 8 giocatori tornati dalle rispettive famiglie (4 dei quali in Sud America). La società sta già studiando un piano-ripresa, con procedure simili a quelle proposte dalla Liga ai club nelle scorse ore: tamponi di controllo, prima squadra in isolamento e due settimane di preparazione, prima di riprendere l'attività agonistica.
Emiliano Bernardini
Alberto Mauro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino