IL CASO TREVISO Sei mesi di sospensione per l'infermiera referente del comitato Riccardo Szumski, il medico di famiglia e sindaco di Santa Lucia di Piave riferimento delle...
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TREVISO Sei mesi di sospensione per l'infermiera referente del comitato Riccardo Szumski, il medico di famiglia e sindaco di Santa Lucia di Piave riferimento delle galassie No-Vax e Free-Vax. Si è concluso così il procedimento disciplinare aperto dall'Ordine degli infermieri a carico di Carmen Amadio, 58enne dipendente dell'Usl della Marca, che a sua volta l'aveva lasciata a casa in via cautelare. Alla base di tutto c'è il video dell'intervento dell'infermiera durante l'incontro organizzato lo scorso giugno proprio a Santa Lucia, rimbalzato tra social e WhatsApp, nel quale sostiene posizioni No-Vax e attacca pesantemente la stessa azienda sanitaria. «E' stata sospesa dall'albo per sei mesi», conferma Samanta Grossi, presidente dell'Ordine. Qualcuno potrebbe trovare singolare che venga sospesa un'infermiera impegnata nel comitato Szumski mentre quest'ultimo, pur sempre sotto la lente per i suoi distinguo sui vaccini anti-Covid, ad oggi continua a lavorare normalmente. «Ogni decisione in merito spetta all'Ordine dei medici di Treviso», allarga le braccia Grossi.
IL FALSO
Entro la fine di questa settimana, poi, l'Ordine delle professioni infermieristiche sentirà anche Elena Venzo, l'infermiera di 48 anni indagata a piede libero per falso ideologico e omissione di atti d'ufficio perché nell'hub dell'ex Maber di Villorba avrebbe solo finto di vaccinare un'amica insegnante, in modo da consentirle di ottenere il Green Pass senza realmente sottoporsi all'iniezione. «Anche in questo caso verrà avviato un procedimento disciplinare dice la presidente ma per arrivare a qualsiasi decisione bisognerà attendere la conclusione delle indagini».
GLI ALTRI STOP
Nel frattempo l'Usl ha notificato all'Ordine la sospensione di altri 15 infermieri, stavolta non dipendenti dell'azienda sanitaria ma in servizio nelle strutture del territorio, che nonostante l'obbligo non si sono ancora vaccinati contro il coronavirus. Dopo gli approfondimenti, la commissione ad hoc istituita dall'Usl ha certificato l'assenza di fondati motivi per evitare l'iniezione anti-Covid. Il Green Pass obbligatorio per tutti i lavoratori, infine, ha portato a registrare una serie di assenze ingiustificate anche all'interno degli ospedali. «Sono almeno una decina le persone non vaccinate che preferiscono rimanere a casa. In sostanza quelle che già prima rifiutavano di sottoporsi al tampone per lo screening tira le fila Grossi restano a casa perché senza Green Pass. Malgrado questo, però, non vengono ancora sospese a fronte dell'obbligo vaccinale per i sanitari. E' una presa in giro verso il personale che non solo si è vaccinato ma che ora si appresta a ricevere anche la terza dose per la sicurezza di tutti».
M.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino