L'INTERVISTA TREVISO «Le scuole aumenteranno la quota di didattica a distanza,

L'INTERVISTA TREVISO «Le scuole aumenteranno la quota di didattica a distanza,
L'INTERVISTA TREVISO «Le scuole aumenteranno la quota di didattica a distanza, prevedendo delle rotazioni tra gli studenti, solo nel momento in cui dovessero emergere situazioni...

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L'INTERVISTA
TREVISO «Le scuole aumenteranno la quota di didattica a distanza, prevedendo delle rotazioni tra gli studenti, solo nel momento in cui dovessero emergere situazioni critiche legate alla diffusione del coronavirus in zone specifiche. Non ci saranno restrizioni generali. In caso di specifiche emergenze, ci si adeguerà aumentando la didattica a distanza, così da ridurre anche il numero di studenti sui mezzi pubblici. Questa, però, dovrà sempre e comunque rimanere complementare alla didattica in presenza». Barbara Sardella, dirigente dell'ufficio scolastico di Treviso, traccia una linea oltre la quale non si può proprio andare. A meno che l'epidemia non esploda in modo incontrollato, gli istituti superiori della Marca moduleranno le attività in presenza e a distanza, rivedranno gli orari e fisseranno gli ingressi dopo le 9, come prevede l'ultimo Dpcm, esclusivamente a fronte di eventuali emergenze locali legate ai contagi.

Dottoressa Sardella, il decreto del premier Giuseppe Conte aveva fatto scattare il panico nelle scuole. Inizialmente si pensava che tutti dovessero entrare dopo le 9...
«Il panico si è rivelato ingiustificato. Le circolari hanno poi chiarito che la revisione degli orari sarà possibile solo in base a rischi, accertati dalle autorità locali, relativi a specifici contesti territoriali. Sarà il tavolo tra la Regione e l'ufficio scolastico regionale a evidenziare eventuali criticità».
La preoccupano le condizioni nelle quali si trovano a operare le scuole?
«Le scuole oggi sono tra i posti più sicuri. Il grande lavoro fatto negli ultimi mesi ha portato a risultati eccellenti in termini di rispetto delle misure di prevenzione contro il coronavirus, dalle mascherine alle distanze anti-contagio. Il problema vero è fuori dagli istituti. Per questo sarebbe stato triste richiedere un sacrificio a tutti, in modo indistinto, per problemi che non sono direttamente legati alle scuole. Il dato delle positività al Covid-19 emerse all'interno degli istituti è molto contenuto. Sicuramente non tale da giustificare, al momento, una stretta generale».
Più di qualche famiglia ha negato l'autorizzazione a effettuare i test rapidi per il coronavirus sui loro figli, in caso di necessità, direttamente in classe. Alcuni genitori hanno formalmente diffidato le scuole. Si aspettava una reazione del genere?
«E' una cosa che non capisco. I test non sono mai stati obbligatori: nessuno li ha mai imposti. Quindi le diffide non hanno alcun fondamento. E' stata semplicemente diffusa una comunicazione nella quale si spiegava che i bambini e i ragazzi avrebbero potuto essere sottoposti al tampone rapido in caso di positività di un compagno di classe. Le famiglie possono rifiutare il test. Con la consapevolezza, però, che nell'impossibilità di fare l'accertamento scatterà in ogni caso la quarantena precauzionale».
A un mese esatto dal suono della prima campanella, è stato completato il quadro delle nomine dei supplenti annuali?

«Abbiamo convocato complessivamente 20mila docenti e assegnato oltre tremila supplenze. Ora ci saranno altre convocazioni, ma a fronte di pochissimi posti, se non proprio spezzoni d'orario, rimasti ancora disponibili. Abbiamo fatto davvero tutto il possibile. Adesso siamo relativamente tranquilli sotto questo fronte. Nonostante le polemiche, abbiamo chiuso il quadro in anticipo anche rispetto ad altri territori. Le nuove graduatorie provinciali per le supplenze hanno dimostrato di funzionare. Purtroppo sono state avviate in un periodo complicato, con poco tempo a disposizione. Alla fine, però, si è arrivati al risultato».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino