L'EPIDEMIA ROVIGO Numeri ancora alti, ma meno del solito. Dopo giornate in cui

L'EPIDEMIA ROVIGO Numeri ancora alti, ma meno del solito. Dopo giornate in cui
L'EPIDEMIAROVIGO Numeri ancora alti, ma meno del solito. Dopo giornate in cui tutti gli indicatori dipingevano quadri peggiorativi, il bollettino di ieri è stata un'ulteriore...

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L'EPIDEMIA
ROVIGO Numeri ancora alti, ma meno del solito. Dopo giornate in cui tutti gli indicatori dipingevano quadri peggiorativi, il bollettino di ieri è stata un'ulteriore conferma di una possibile inversione di tendenza. Certo è ancora presto per parlare di un miglioramento della situazione, ma quello che emerge dai dati di ieri è un piccolo segnale di speranza. Le nuove positività sono state appena 79, ma sono ben 186 le guarigioni accertate, così che il numero dei polesani attualmente positivi, dopo molte settimane, subisce una sostanziosa riduzione a 2.683.

DATI MIGLIORI
A questo si accompagna il calo dell'incidenza, che rapporta il numero dei nuovi casi al numero di persone sottoposte a tampone, con il dato dell'ultima settimana al 5,58%, la metà di quello nazionale. A ridursi è poi un altro numero sensibile, quello dei ricoverati, che ieri sono scesi a 124 rispetto ai 131 di mercoledì e martedì. Di questi, 20 sono comunque in area critica: 18 in Terapia intensiva a Trecenta, uno in Rianimazione a Rovigo e uno anche in un'area isolata della Terapia intensiva coronarica sempre a Rovigo, mentre uno è in Psichiatria ad Adria, 18 nell'Area medica Covid sempre ad Adria, e 76 in Area medica e semintensiva a Trecenta. Dati ancora pesanti, superiori a quelli che si registravano un mese fa.
OPERATORI STREMATI
Numeri che comunque lasciano sperare che la ipotizzata stabilizzazione della riduzione dei ricoveri di fine gennaio possa essere davvero raggiungibile. Sembrerebbe confermarlo anche una riorganizzazione che ha interessato l'ospedale di Trecenta, baluardo della resilienza polesana al virus, riconvertito in ospedale Covid. In questa seconda ondata, infatti, gli operatori del San Luca non sono mai riusciti a riposare un giorno: per loro non ci sono state feste, ma una lunga grande e dolorosa apnea fra pazienti in gravi condizioni. Tuttavia, proprio alla luce degli ultimi dati, ieri è stato deciso di rimodulare le degenze di area non critica, visto anche che nuovi posti letto sono stati nel frattempo attivati all'ospedale di Adria. Se restano 24 i posti letto attivati in Terapia intensiva al primo piano, vengono ridotti da 16 a 8 quelli dell'ospedale di comunità Covid, dove vengono accolti i pazienti che non hanno più necessità di assistenza acuta, ma che ancora non risultano dimissibili, che vengono così spostati dal terzo al quarto piano, lo stesso dove si trovano i posti letto di Area medica Covid, ridotti da 78 a 74, e in area semintensiva pneumologica, che restano 26. Riuscendo a riunire tutto in un unico piano, si riescono a recuperare turni e a concedere qualche giorno di riposo a chi finora ha lavorato senza soste.
ANCORA DECESSI

A ricordare, però, che con il coronavirus non si deve abbassare la guardia e che gli effetti più dolorosi continuano e continueranno a farsi sentire, ci sono altri tre decessi, tutti fra persone che si trovavano ricoverate, un 91enne residente fuori provincia che era in Area medica Covid ad Adria, un 87enne altopolesano e una 75enne bassopolesana che erano in Area medica Covid a Trecenta. Con questi ultimi due arrivano a 300 esatti i polesani che si sono spenti con il Covid. Ci sono, poi, sei nuovi contagi emersi nell'ambito della residenzialità, in cinque ospiti dell'Opera pia Bottoni, di Papozze, il focolaio in maggiore espansione, arrivato a 43 ospiti e 20 operatori positivi, e un altro operatore, il ventesimo, alla casa di riposo di Villadose, dove ci sono anche 35 ospiti positivi. Non manca un caso in ambito scolastico, che ha portato all'isolamento di una quinta dell'Itis Viola di Rovigo.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino