L'ALLARMEVENEZIA Secondo campanello d'allarme su tre in Veneto. Significa che il declassamento dalla fascia bianca a quella gialla è sempre più vicino, anche se non immediato: a...
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VENEZIA Secondo campanello d'allarme su tre in Veneto. Significa che il declassamento dalla fascia bianca a quella gialla è sempre più vicino, anche se non immediato: a meno di cambiamenti dei parametri o di repentini peggioramenti, succederà probabilmente la settimana di Natale. Il dato certo è che, dopo quello dell'incidenza, ieri in Veneto è stato superato anche il tetto dei ricoveri nelle terapie intensive. Al momento è regolare solo il numero dei pazienti nelle aree mediche. Per quanto, non si sa. Intanto, dopo Padova e Verona, anche a Venezia e a Cortina d'Ampezzo è obbligatorio l'uso della mascherina all'aperto.
CRITERI E NUMERI
In base alle modifiche contenute nell'articolo 2 del decreto legge 105 del 23 luglio 2021, si passa in giallo se l'incidenza settimanale dei contagi è pari o superiore a 50 e, in contemporanea, se il tasso di occupazione dei posti letto per i pazienti Covid è superiore al 10% in terapia intensiva e al 15% nei reparti ordinari. Per il declassamento dal bianco al giallo devono verificarsi tutte le condizioni incidenza dei contagi, letti in terapia intensiva e letti nei reparti ordinari non soltanto una o due delle tre.
In Veneto l'incidenza è pari a 317,1 casi su centomila; l'Rt è 1,39; l'occupazione delle terapie intensive è al 10% (quindi il tetto è stato raggiunto); quella dell'area medica all'8%. Quest'ultimo dato lascia sperare: è poco più della metà della soglia (15%) fissata dal decreto legge e se si resterà su questi valori il cambio di fascia sarà scongiurato. Il dato di fatto, però, è che in una settimana c'è stato un aumento di quasi mille contagi: mercoledì 24 novembre sono stati rilevati nelle 24 ore 2.066 casi positivi, mercoledì 1° dicembre ben 2.873. Il primo novembre erano stati 336. Quasi decuplicati in un mese. Anche ieri il Veneto era al primo posto per nuovi contagi seguito da Lombardia (2.620) e Lazio (1.810).
Quanto al bollettino, nelle ultime 24 ore ci sono state 6 vittime del virus. Gli attualmente positivi, ossia i cittadini veneti in isolamento, sono 33.828: 1.721 in più in sole 24 ore. 111 (+3) i ricoverati in terapia intensiva, 588 (+20) quelli nelle aree mediche non gravi.
Anche l'analisi della fondazione Gimbe evidenzia numeri del Covid in peggioramento nella settimana tra il 24 e il 30 novembre. «La situazione più grave è ancora nelle regioni di confine, in particolare quelle a Nord Est - ha detto il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le applicazioni del calcolo M.Picone del Cnr - e le cinque regioni/province autonome con incidenza maggiore sono Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle D'Aosta e Trento. L'onda epidemica, dopo Emilia Romagna e Marche, ha raggiunto anche Lombardia, Lazio e Liguria». Nel Friuli Venezia Giulia, origine dell'attuale fase espansiva in Italia, l'onda si è attenuata: «C'è un iniziale trend di decrescita dell'incidenza e delle terapie intensive».
MASCHERINE
Dopo Padova e Verona, da oggi e fino al 15 gennaio anche a Venezia e nella terraferma scatta l'obbligo di indossare la mascherina nei mercati rionali, nelle piazze e nei campi più affollati di città storica e terraferma. L'ordinanza del sindaco Luigi Brugnaro cita piazza San Marco, piazza Ferretto a Mestre, ma anche San Polo e calle Legrenzi. Dal 6 dicembre, inoltre, obbligo a chiunque acceda alle passerelle e ai pontili delle linee di trasporto pubblico di essere munito di Green pass. Obbligo di mascherina anche a Cortina d'Ampezzo, da domani al 12 dicembre, in concomitanza con i primi appuntamenti culturali e mondani come la Cortina Fashion week, lungo corso Italia e nelle aree limitrofe.
LA POLEMICA
Intanto, in consiglio regionale del Veneto, è polemica tra Lega e Pd. La dem Anna Maria Bigon ha contestato la decisione della Regione di sospendere le prestazioni sanitarie non urgenti e, quindi, il recupero delle liste d'attesa: «Fare prevenzione e curarsi non può diventare un privilegio di chi ha i soldi e si rivolge alla sanità privata». Secca la replica di Alberto Villanova, presidente dell'intergruppo Lega e di Sonia Brescacin, presidente della Quinta commissione Sanità: «Il personale è messo a dura prova da aumento casi, vaccinazioni, tamponi. Dalle opposizioni solo critiche sterili».
Alda Vanzan
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Il Gazzettino