L'ACCUSABELLUNO Sul Nevegal c'è silenzio. Stranamente. Dopo giornate di tira e molla, di chiude non chiude, sembra tutto fermo. È la settimana di Ferragosto o più semplicemente...
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BELLUNO Sul Nevegal c'è silenzio. Stranamente. Dopo giornate di tira e molla, di chiude non chiude, sembra tutto fermo. È la settimana di Ferragosto o più semplicemente la quiete prima della tempesta? Per Franco Roccon, presidente della commissione speciale per il Nevegal, è semplicemente tempo di «darsi da fare». «L'ho detto e lo ribadisco: è necessario che il Comune si prenda sul serio il ruolo di regia. Altrimenti non cambierà niente - sostiene il consigliere comunale -. Non c'è nessun imprenditore che può venire e prendersi gli impianti, se il Comune non crea le condizioni giuste perché ciò avvenga. E basta soprattutto con il gioco delle parti tra amministrazione e Alpe: da anni stiamo assistendo a questa melina che non porta a niente, se non a un'agonia senza fine. Se l'Alpe ha deciso di mollare, che molli. Se invece ritiene di poter andare avanti ancora con gli aiutini da una parte e dall'altra, lo dica subito: almeno non perdiamo tempo e riusciamo a costruire una stagione invernale degna di tale nome». In effetti, tra il rischio chiusura degli impianti e la possibilità di sopravvivenza, il tempo corre. E c'è una stagione da costruire; ammesso e non concesso che alla fine il Colle resti aperto. Questione di soldi? Forse non solo. «Sarei curioso di sapere quanti e come sono stati messi sul Nevegal negli ultimi anni, tra il progetto Adorable e altro - continua Roccon -. Perché si parla tanto di soldi buttati per il Colle, senza rendersi conto che in mancanza di un progetto vero, sì sono buttati. Cosa serve? Che il Comune davvero faccia la sua parte, non solo a parole. I 500mila euro di cui tanto parla Massaro perché non sono stati messi a bilancio? Perché il sindaco non fa una delibera di giunta in cui predispone il terreno alla nascita di questa nuova società di cui parla? Faremo una nuova società e siamo disposti a entrarci, dice Massaro. Certo, se non mette gli investitori nelle condizioni di farsi avanti... Bisogna fare un protocollo d'intesa e un atto notarile, per formare la nuova società. Se il Comune ci crede, faccia la prima mossa e poi i privati si muovono. Credo che si potrebbe muovere anche l'azionariato popolare, visto che tanti hanno casa in Nevegal e il Colle è amatissimo dai bellunesi».
Intanto lo stesso Roccon oggi non parteciperà alla riunione organizzata dagli Amici del Nevegal: «Enzo De Prà è venuto in audizione dicendo che la stessa non ha nessuna utilità...».
D. T.
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Il Gazzettino