L'abbraccio del vescovo a tutti i popoli crocifissi

L'abbraccio del vescovo a tutti i popoli crocifissi
L'EVENTOPORDENONE Circa 150 persone in marcia per prendersi a cuore, partecipare, secondo il motto di don Lorenzo Milani I care scelto quest'anno come tema della ventiduesima Via...

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L'EVENTO
PORDENONE Circa 150 persone in marcia per prendersi a cuore, partecipare, secondo il motto di don Lorenzo Milani I care scelto quest'anno come tema della ventiduesima Via crucis da Pordenone alla Base Usaf di Aviano.

A salutare la partenza, in piazzetta San Marco, il saluto del vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini, portato da don Davide Corba: Sono spiritualmente unito a voi che state per iniziare questo cammino di pace per portare il messaggio di Gesù sulla Croce - ha fatto sapere il vescovo -. Sono unito a tutti i popoli crocifissi che chiedono al mondo intero di essere ascoltati».
La giornata fredda - anche se fortunatamente non piovosa - non ha favorito la partecipazione al corteo promosso su iniziativa di don Giacomo Tolot e don Pierluigi Di Piazza, che comunque si è attestata più o meno sui numeri degli ultimi anni. Partenza intorno alle 13.45, salutata dalle campane del Duomo, con diversi gruppi arrivati anche da lontano, dai Beati i costruttori di pace di Pordenone e di Padova al Centro Balducci di Zugliano (Udine), dalla Comunità San Martino al campo di Trieste a Emergency e ad altri ancora, sotto le insegne e i colori della pace.
A don Pierluigi Di Piazza il compito di introdurre il percorso, richiamando appunto il motto di don Milani in contrapposizione a quello fascista me ne frego, «perché il fascismo e il sorgente neofascismo sono negazioni della libertà, oppressione, esaltazione di una parte e discriminazione e disprezzo dell'altra parte, in particolare di chi è debole, fragile, etichettato per la sua diversità».
C'è poi la condanna di ogni guerra e dell'acquisto delle armi e anche la questione dei migranti: «Una parte considerevole della nostra società identifica le questioni aperte che chiedono risposte con le persone in esse coinvolte, e così pretende di non riconoscere i migranti, di non accoglierli, di eliminarli, nella logica perversa e totalmente disumana che eliminando le persone si risolvano gli aspetti problematici».

Nelle varie tappe, i riferimenti alla Costituzione italiana, il tema dello ius soli, il ricordo del vescovo Oscar Romero, i diritti umani, fino alla preghiera davanti alla Base Usaf di Aviano, dove «la Madre Terra è violentata e costretta a custodire le armi della distruzione».
L.Z.
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Il Gazzettino