In Comune 12 dirigenti e 112 nuovi lavoratori

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IL CASOPADOVA C'è qualcosa che non quadra dal punto di vista tecnico, ma forse quadra da quello politico, nella riorganizzazione del Comune. E riguarda la tanto sbandierata...

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IL CASO
PADOVA C'è qualcosa che non quadra dal punto di vista tecnico, ma forse quadra da quello politico, nella riorganizzazione del Comune. E riguarda la tanto sbandierata riapertura del Settore Verde che era stato abolito, o meglio accorpato ad altri settori, da Bitonci. Doveva essere un segno dell'attenzione della Giunta green, tanto che se ne occupa un assessore di Coalizione civica, Chiara Gallani. E in effetti il settore Verde è stato ricostituito con tanto di deleghe anche su Parchi e Agricoltura urbana con decorrenza dal primo maggio. Si dovrà occupare di progettazione, gestione e manutenzione degli spazi verdi (attenzione alle parole) oltre che riqualificare zone del territorio e salvaguardare il verde privato.

Una serie di doveri impegnativi. Anche perchè a Padova ci sono 50mila alberi dunque bisogna gestire le alberature stradali, delle dei parchi, il verde stradale e le aiuole.
Ebbene quanti sono coloro che ne fanno parte? Quattro persone, anzi tre e mezzo perchè una è part-time. Due impiegati, un tecnico, una architetto. E un caposervizio ad interim. Come faranno a fare tutto? Non lo faranno. Perchè il grosso del settore Verde è stato incardinato nei Lavori Pubblici, retto dall'assessore Micalizzi del Pd. Qui sono stati assegnati i tre responsabili dell'ufficio alberature, delle aiuole e delle scuole, quelli che si occupano del verde in centro storico e quelli che si occupano della manutenzione del verde per argini e tangenziali. Più tutti gli esecutori materiali. In totale 32 persone. La conferma sta nel decreto 17 del sindaco (30 aprile) che assegna i nuovi incarichi dirigenziali. Il ruolo di dirigente del servizio Manutenzione Verde pubblico, nell'ambito del settore LL.PP. - è scritto - viene confermato all'ingegner Salvagnini. Se a pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca verrebbe da dire che l'assessorato della Gallani è stato svuotato, facendo rimanere la parte operativa sotto i Lavori Pubblici. Le cose sono due: o è una sconfessione del suo lavoro oppure, dal punto di vista politico, si inserisce nell'eterna lotta fra democratici e Coalizione per gli assetti di potere che portano dritti alle prossime elezioni.

Resta una svolta epocale, quella richiamata nella delibera, ovvero la necessità di superare il modello organizzativo gerarchico-funzionale caratterizzato da una certa rigidità e dalla ripetitività di alcuni compiti in più unità organizzative. Insomma meno super capi e più interazione fra i settori.
M.G.
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Il Gazzettino