Dicono di essere venuti in Italia per cercare lavoro: non l'hanno trovato e sono andati a rubare in un'abitazione di via Leopardi a Fiume Veneto. Così si giustificano i tre...
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Tanta violenza, secondo la Procura, potrebbe configurare il reato di rapina impropria, anche se l'arresto non è avvenuto nell'immediatezza del furto. È con questa imputazione che oggi verrà chiesta la convalida e la misura cautelare. Ai tre si contesta anche il furto nell'abitazione di Fiume Veneto (una borsetta contenente 550 euro, scarpe, una play station, la Mazda 3 parcheggiata in cortile e usata per la fuga) e la ricettazione della Volkswagen Passat rubata qualche giorno prima nel Trevigiano, abbandonata in via Leopardi a Fiume Veneto.
I tre saranno assistiti dall'avvocato Luca Spinazzè. «Mi hanno detto che è la prima volta che vengono arrestati - afferma il legale - Sostengono di essere venuti in Italia per lavorare, ma non avendo trovato un'occupazione sono andati a fare un furto». Sono affermazioni che difficilmente potrebbero convincere la Polizia. Indagini sono state avviate per capire se Sisianu, Vasilacki e Cecoi abbiano commesso altri furti, dove fossero domiciliati e se fanno parte di qualche banda specializzata nei furti notturni. I sospetti sono tanti. A cominciare dal fatto che l'altra notte giravano in provincia di Pordenone con un'auto rubata e senza alcun telefonino cellulare al seguito. Potrebbe essere una precauzione per non farsi intercettare o per impedire agli investigatori di analizzare i contatti in rubrica telefonica nel caso fossero stati arrestati.
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Il Gazzettino