IL DRAMMA MORIAGO DELLA BATTAGLIA È stata uccisa a coltellate mentre stava

IL DRAMMA MORIAGO DELLA BATTAGLIA È stata uccisa a coltellate mentre stava
IL DRAMMAMORIAGO DELLA BATTAGLIA È stata uccisa a coltellate mentre stava prendendo il sole all'Isola dei Morti, a Moriago della Battaglia sul greto del Piave. Elisa Campeol...

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IL DRAMMA
MORIAGO DELLA BATTAGLIA È stata uccisa a coltellate mentre stava prendendo il sole all'Isola dei Morti, a Moriago della Battaglia sul greto del Piave. Elisa Campeol aveva 35 anni; a Pieve di Soligo era titolare dell'Eli's Bar. L'ha assassinata con una lunga serie di fendenti è stato Fabrizio Biscaro, suo coetaneo di Col San Martino, frazione di Farra di Soligo, da anni in cura in un centro di salute mentale del coneglianese. Dopo il delitto si è presentato nella caserma dei carabinieri di Valdobbiadene e ha consegnato ai militari l'arma con cui aveva colpito a morte Elisa. Ora è in stato di fermo nel carcere di Treviso accusato di omicidio volontario aggravato. Il sostituto procuratore Gabriella Cama ieri pomeriggio lo ha interrogato per due ore e mezza, ma né lei né i carabinieri sono riusciti a capire il perché di tanta, inutile ferocia.

L'ATTACCO
L'agguato è scattato attorno a mezzogiorno. Elisa Campeol era partita da Pieve di Soligo in tarda mattinata per concedersi un po' di relax sotto il sole all'Isola dei Morti, uno dei luoghi più simbolici del Medio Piave, tra il versante settentrionale del Montello e Moriago della Battaglia; qui sul finire della Prima Guerra mondiale, negli ultimi giorni di ottobre 1918, si sviluppò l'offensiva della Battaglia della Vittoria guidata dagli Arditi, che portò alla fine della Grande Guerra. Sacrificarono la vita migliaia di giovanissimi soldati, i diciannovenni Ragazzi del 99.
Elisa hHa parcheggiato la sua Fiat 500 all'ingresso del percorso storico-naturalistico e si è incamminata verso il greto del Piave. Una passeggiata di circa 500 metri immersa nel verde. Poi ha piazzato il suo lettino tra i sassi e si è distesa. Non è chiaro se Fabrizio Biscaro fosse già lì, anche lui arrivato in auto, una Volkswagen Polo nera. Di certo mancava da casa da martedì, i genitori ne avevano segnalato la scomparsa ai carabinieri di Col San Martino ieri mattina. Ha colto la donna di sorpresa. Secondo gli inquirenti ha attirato l'attenzione di Elisa chiamandola, ma non per nome. La donna, stesa sul lettino, ha fatto leva sulle braccia per girarsi e in quel momento, senza alcun preavviso, Biscaro ha iniziato a colpire. Una, due, tre volte. Che poi sono diventate molte di più, almeno una decina, ma sarà necessaria l'autopsia per confermare quanti siano stati in realtà i fendenti.
Elisa ha cercato di difendersi come poteva: la prova sono dei tagli al braccio sinistro e alle mani. Ma la furia di Biscaro era inarrestabile. Da una prima ricognizione esterna sul corpo della giovane, effettuata dal medico legale Alberto Furlanetto, sarebbero almeno due i colpi più violenti: uno al torace e uno al costato.
I SOCCORSI
L'azione omicida di Biscaro ha avuto dei testimoni: due passanti hanno sentito le grida disperate della donna e hanno visto l'uomo fuggire. Si sono precipitati sull'argine del Piave chiamando il 118. I sanitari sono arrivati in breve tempo e hanno cercato disperatamente di salvarle la vita. Ma ogni tentativo è risultato vano. Troppo profonde le ferite sul corpo della 35enne che aveva perso troppo sangue. Le tracce rosse sui sassi bianchi del Piave erano ben visibili, oltre a un'enorme macchia sotto il lettino.
LA CONFESSIONE
Mentre i medici del Suem stavano tentando di strappare Elisa alla morte, Fabrizio Biscaro, con il coltello sporco di sangue in mano, stava tornando a piedi verso la sua auto. Una volta alla guida, è tornato sulla statale e si è diretto verso Valdobbiadene. Una tragitto di circa 13 chilometri durante il quale il 34enne ha deciso di consegnarsi alle autorità. Dopo aver raggiunto la caserma dei carabinieri, ha parcheggiato l'auto davanti all'ingresso, è sceso e ha consegnato l'arma ai militari. «Sono stato io a ucciderla, non so il perchè» ha detto. Poi si è chiuso nel silenzio, fino all'arrivo del suo avvocato e del magistrato di turno.
Terminate le formalità di identificazione, è iniziato l'interrogatorio. Erano circa le 17.30 quando il 34enne ha iniziato a rispondere alle domande del pm. Biscaro ha ammesso il delitto, si è assunto ogni responsabilità. Ha riferito di essere rimasto vittima di una rabbia incontenibile che doveva sfogare. Elisa, la vera vittima, è stata scelta a caso. Chiunque altro si fosse trovato sulla strada di Biscaro avrebbe fatto la stessa fine. Un movente, di fatto, non c'è.
SCONOSCIUTI

Vittima e assassino non si conoscevano, non si erano nemmeno mai visti prima. L'unica spiegazione sta nei disturbi mentali del 34enne, in quella rabbia da dover sfogare in qualche modo. Il suo avvocato per il momento ha deciso di non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma ha confermato che durante l'interrogatorio Biscaro ha parlato di questo. Come se fosse una giustificazione. In caserma erano presenti anche i suoi genitori. Non si sa se siano riusciti a scambiare qualche parola col figlio. Di sicuro le famiglie distrutte da questa tragedia sono due.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino