IL CASO Caso Prosek, Coldiretti Treviso e Consorzio Agrario di Treviso e Belluno

IL CASO Caso Prosek, Coldiretti Treviso e Consorzio Agrario di Treviso e Belluno
IL CASOCaso Prosek, Coldiretti Treviso e Consorzio Agrario di Treviso e Belluno scendono in campo insieme per opporsi alla denominazione del vino croato. Manca poco più di un...

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IL CASO
Caso Prosek, Coldiretti Treviso e Consorzio Agrario di Treviso e Belluno scendono in campo insieme per opporsi alla denominazione del vino croato. Manca poco più di un mese alla scadenza dei termini per il ricorso contro la richiesta della Croazia di poter utilizzare la denominazione Prosek. Diversi soggetti stanno lavorando in maniera coesa, con call settimanali, per presentare le opposizioni alla richiesta croata, ma queste devono essere singole. Più opposizioni verranno istruite, maggiori saranno le possibilità di bloccarla. Ma la procedura non è semplice, e gli studi legali stanno cercando di accelerare i tempi.

LA STRATEGIA
Tra le associazioni in prima linea sul fronte legale Coldiretti e Consorzio Agrario di Treviso e Belluno, in campo insieme per opporsi alla denominazione del vino croato Prosek. Le due realtà hanno affidato un incarico allo studio legale dell'avvocato Antonio Pavan di Treviso per la tutela della denominazione di origine protetta Prosecco contro la richiesta di protezione, da parte della Croazia, della menzione tradizionale Prosek. «L'obiettivo dell'opposizione - spiega il presidente Giorgio Polegato- sarà quello di evidenziare alla Commissione e a tutti gli altri Stati membri l'indissolubile legame tra il territorio veneto ed il suo Prosecco la cui qualità e reputazione, ormai nota in tutto il mondo, oggi, rischia di essere messa in pericolo dal riconoscimento della menzione croata». L'avvocato e il suo team sono stati incaricati di presentare azione legale, entro fine novembre. «Insieme agli interlocutori Istituzionali (in primis il presidente di Regione Luca Zaia, il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Putuanelli e lo stesso Presidente della Repubblica, che mi è stato riferito seguire con grande attenzione la vicenda) che si stanno muovendo sul piano politico - conferma Pavan - cercheremo anche noi di fornire un contributo tecnico, utile al raggiungimento del risultato: la tutela del Made in Italy». La partita è decisiva: l'eventuale assenso potrebbe costituire un precedente che innesca reazioni a catena, a danno di una molteplicità di eccellenze locali. «È evidente - conferma Pavan- come il nome Proek sfrutterebbe, evocandolo, la notorietà del Prosecco, inducendo in errore il consumatore medio e configurando una chiara ipotesi di concorrenza sleale ai danni dei produttori del secondo. Il tutto, in violazione, tra le altre, della ratio sottesa alla legislazione alimentare - e dunque anche alla disciplina relativa alla protezione delle Dop che è quella di costituire una base per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli e di prevenire qualunque pratica in grado di indurrli in errore».
I PRECEDENTI

Pavan ricorda alcuni recenti casi che costituiscono dei precedenti in favore del ricorso italiano. Anche la giurisprudenza della Corte di Giustizia - per citarne alcuni, i casi Gorgonzola contro Cambozola, Parmigiano Reggiano contro Parmesan, Verdalos/Calvados, Champanillo - ha riconosciuto la potenziale portata decettiva del prodotto che sfrutta la notorietà della Dop rispetto ad un consumatore europeo mediamente attento ed informato. «Ciò nonostante-rileva il legale trevigiano- ci aspettiamo una dura battaglia in Commissione Europea».
Elena Filini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino