I sindacati: no alle fughe in avanti delle aziende

I sindacati: no alle fughe in avanti delle aziende
LA LETTERAUDINE «Se il Friuli non è Bergamo, come sostiene la presidente di Confindustria Udine, è proprio perché abbiamo potuto adottare restrizioni e contromisure prima che...

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LA LETTERA
UDINE «Se il Friuli non è Bergamo, come sostiene la presidente di Confindustria Udine, è proprio perché abbiamo potuto adottare restrizioni e contromisure prima che la diffusione del contagio assumesse dimensioni difficilmente controllabili. Allentare la presa adesso, significherebbe vanificare tutti gli sforzi fatti». Cgil, Cisl e Uil compatti in provincia di Udine e a livello regionale per non lasciare campo libero alla voce industriale che ormai da giorni spinge per una riapertura delle imprese, dopo il fermo imposto dal decreto governativo del 22 marzo scorso. E a rassicurare i sindacati non valgono neppure le sottolineature che la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli, pone nella sua campagna per la riapertura, ovvero la necessaria e rigorosa osservanza del protocollo anti virus per quanti riaprono. «Sentiamo parlare di tamponi fai da te da parte delle aziende o di coinvolgimento dell'esercito nei controlli, salvo dimenticarsi di citare la necessità di proseguire sulla strada del confronto con tutte le parti coinvolte», sostengono infatti i segretari generali Villiam Pezzetta (Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Giacinto Menis della Uil «Sono fughe in avanti aggiungono il cui unico effetto è di creare inutili tensioni tra i lavoratori e nel dialogo tra imprese e sindacati». C'è tensione. Anche perché, a fronte dell'impegno preso dalla Regione per un lavoro condiviso con industriali e sindacati al fine di redigere protocolli comportamentali in vista della ripartenza, ci sono imprese che sono già ripartite. Con regolare autorizzazione prefettizia, ma con preoccupazione sindacale. È il caso del Gruppo Pittini di Osoppo, ripartito con la produzione venerdì. Un riavvio contestato dalle segreterie provinciali di Fim, Fiom e Uilm: «Affermiamo con forza che produrre acciaio non è essenziale, così come disposto nel decreto del 22 marzo sostengono -, specialmente in questo momento dove tutto è fermo». L'azienda che non interviene sulla questione, nonostante più volte raggiunta attraverso il responsabile della comunicazione ha spiegato che «fondendo rottame ferroso è all'interno della filiera produttiva codice Ateco 38, ovvero attività di raccolta trattamento e smaltimento rifiuti e di conseguenza ha tutta la titolarità per produrre», ricostruiscono le fonti sindacali. Il Gruppo, però, non è in solitaria, perché «facendo così obbliga non solo il lavoratori diretti, ma anche i dipendenti delle aziende che lavorano in appalto all'interno dei siti produttivi diverse centinaia di persone a lavorare in una fase in cui solo da un paio di giorni si vede un rallentamento della pandemia». A dar man forte ai colleghi metalmeccanici, i segretari territoriali di Cgil, Cisl e Uil Udine, Natalino Giacomini, Renata Della Ricca e Fernando Ceschia: «In questo momento hanno sostenuto la priorità è la salute dei lavoratori e di tutta la cittadinanza».

In questo scenario, giovedì pomeriggio l'assessore regionale alle Attività produttive ha previsto l'avvio del tavolo, concordato ad inizio settimana con rappresentanti dell'economia e sindacati, per cominciare a predisporre i protocolli comportamentali e di sicurezza che dovranno essere pronti nel momento in cui si ripartirà, seppur gradualmente. Atteso che è nella sola potestà statale decidere di allentare le attuali misure di fermo produttivo e di mobilità personale la Regione può solo emanare disposizioni più restrittive -, il territorio può però cominciare ad attrezzarsi, per essere immediatamente operativo al momento opportuno. Lo stesso input è stato dato al settore turistico: «Dobbiamo essere pronti alla fase due. Per questo è necessario che il tavolo dedicato al turismo produca una proposta di protocollo da mettere immediatamente in atto una volta ricevuti gli indirizzi da parte del Governo centrale», ha sintetizzato ieri l'assessore.
A.L.
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Il Gazzettino