FELTRE Era a processo per rapina: assolta e ora il suo avvocato chiede...
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Era a processo per rapina: assolta e ora il suo avvocato chiede di procedere per false dichiarazioni al pubblico ministero nei confronti della donna che firmò l'esposto. Si è concluso con un'assoluzione perchè il fatto non sussiste il processo a Ioana Alina Maric, 30enne romena residente nella zona di Portogruaro (Venezia) che doveva rispondere di rapina aggravata al Famila di Pasquer di Feltre. Il fatto risale al 14 dicembre 2017. La donna difesa dagli avvocati Gianluca Liut e Ilaria Giraldo del Foro di Pordenone, che ieri la hanno rappresentata in Tribunale a Belluno, di fronte al collegio di giudici. Nel corso dell'udienza sono sentiti i testimoni, in particolare la parte offesa, S.R. (non costituita nel processo) e la stessa imputata. Secondo quanto ricostruito dalla donna di Lentiai ieri, le cose sarebbero andate diversamente da quanto aveva riferito nell'immediatezza dei fatti, quando parlò di un coltello che la presunta rapinatrice le avrebbe estratto davanti. Ieri, davanti al collegio di giudici, la parte offesa ha dichiarato di aver consegnato i dieci euro spontaneamente e che, quando la trentenne che le si era avvicinata per l'elemosina le chiese anche l'euro del carrello, lei gliel'accordò. D'altra parte del coltello non c'è mai stata traccia. I carabinieri non l'hanno mai trovato e non c'erano testimoni per confermarne la presenza. Questa dichiarazione ha offerto l'opportunità per l'avvocato della difesa, Gianluca Liut, di chiedere l'assoluzione. Assoluzione che, tra l'altro, ha richiesto anche il pubblico ministero in aula, Simone Marcon per la rapina, mentre per la tentata rapina lo stesso pm ha chiesto la condanna a otto mesi e 400 euro di multa. Per quale motivo? Perchè in sede di denuncia la parte offesa aveva raccontato di aver consegnato i dieci euro dopo aver visto il coltello in mano alla presunta rapinatrice. Quest'ultima ha però raccontato ai giudici di essere in Italia da 12 anni e, non trovando lavoro, lei e il marito che abitano ad Annone Veneto, hanno scelto di fare l'elemosina. «Purtroppo vicino casa non ci sono posti, nel senso che i supermercati hanno già chi va, in maniera quasi fissa e stabilita, a chiedere denaro. Ecco perchè siamo arrivati a Feltre, non era la prima volta. Inoltre, avendo dei figli, preferiamo che le maestre e gli altri genitori non vedano che non abbiamo da che vivere», ha raccontato la trentenne.
Fe.Fa.
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Il Gazzettino