Falso allarme a Trecenta, ma a Rovigo chiude Chirurgia

Falso allarme a Trecenta, ma a Rovigo chiude Chirurgia
IL BOLLETTINOROVIGO Un falso allarme e un nuovo allarme: non c'è un contagio interno all'ospedale di Trecenta, ma si aggrava la situazione nell'ospedale di Rovigo. Falso...

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IL BOLLETTINO
ROVIGO Un falso allarme e un nuovo allarme: non c'è un contagio interno all'ospedale di Trecenta, ma si aggrava la situazione nell'ospedale di Rovigo. Falso positivo, che in gergo medico indica il risultato di un test risultato positivo per un errore tecnico, ieri ha infatti significato pericolo rientrato per il San Luca, perché i 7 pazienti, che mercoledì a un primo esame dei tamponi erano risultati positivi, dopo una seconda analisi del laboratorio di Padova e un'ulteriore nuovo tampone, sono invece risultati negativi. Ovvero, non contagiati. Confermata, invece, la positività di uno dei quattro operatori, due medici e due infermieri, che erano a loro volta risultati positivi.

TEST SUI TAMPONI
Il problema dei falsi positivi sembra potersi essere prodotto all'interno della macchina del laboratorio del San Luca stesso, dove sono stati analizzati i tamponi in questione, che per l'appunto ne processa fino a una decina alla volta e un positivo può aver condizionato l'esito di tutto il gruppo. Tuttavia, se rientra la preoccupazione per il possibile focolaio interno al san Luca, che per l'appunto è l'hub provinciale per il Coronavirus, si allarga invece il contagio e la conseguente apprensione nell'ospedale di Rovigo, in particolare per l'area chirurgica: dopo il primo degente di Urologia risultato positivo mercoledì, ieri sono stati scoperti altri 7 pazienti positivi, così come due operatori che lavorano in quegli stessi reparti.
AREA CHIRURGICA
L'area chirurgica, infatti, si articola in Chirurgia generale, Chirurgia vascolare e Urologia. Tutte le attività sono sospese, gli interventi urgenti di Urologia sono spostati all'ospedale di Adria, mentre quelli di Chirurgia vascolare sono mantenuti a Rovigo solo in caso di estrema necessità: «Trattandosi di specifica competenza, verranno eseguite a Rovigo con un'equipe selezionata di medici negativi al tampone», precisa il direttore generale dell'Ulss 5 Antonio Compostella. «Abbiamo eseguito il test a tutti gli operatori e a tutti i pazienti degenti nell'area chirurgica. Abbiamo un degente di chirurgia vascolare positivo e 6 positivi, 7 con quello di ieri, in Urologia. Per quanto riguarda i dipendenti, su 70 che hanno eseguito il tampone finora il riscontro è di 2 positivi e 11 negativi. Il personale individuato come positivo, se asintomatico, va in isolamento domiciliare, altrimenti segue il percorso come tutti gli altri pazienti. Se negativo, proseguirà la propria attività. L'area chirurgica è stata chiusa, con l'attività sospesa fino a lunedì. I pazienti negativi di Urologia, Chirurgia vascolare e Chirurgia generale li stiamo spostando un un'area pulita, in questa maniera svuotiamo le degenze che saranno completamente bonificate e sanificate, dopodiché ritrasferiremo i pazienti».
ALLARME RIENTRATO
Per quanto riguarda Trecenta, Compostella spiega che «invece, non ci sono aree problematiche, tenendo presente che a tutti i pazienti è stato eseguito il tampone e sono risultati tutti negativi: questo significa che possiamo proseguire lo svuotamento previsto di Medicina, Lungodegenza e Riabilitazione e dell'ospedale di comunità, per rendere Trecenta ospedale Covid del Polesine, dove già la Terapia intensiva opera pienamente, trasferendo i pazienti a Santa Maria Maddalena, Rovigo, Adria, alla Casa cura città di Rovigo e gli ospiti di ospedale di comunità in altre strutture residenziali. Siamo sicuri che trasferiamo pazienti con tampone negativo. Intanto abbiamo già iniziato a trasferire al San Luca pazienti da Rovigo, nel primo modulo, l'ex Medicina donne, dove sono stati attrezzati 30 letti, 20 di Terapia semintensiva respiratoria e 10 di Malattie infettive. Lo svuotamento del San Luca per renderlo polo Covid proseguirà, in modo da arrivare ad allestire 100 posti letto per pazienti Covid che non hanno bisogno di assistenza respiratoria, 20 di Terapia semintensiva respiratoria con ventilatori e arriveremo a 29 posti letto di terapia intensiva mentre al momento sono 16. Posti che, purtroppo, temo che riempiremo tutti».
STRETTA SULLE VISITE

Nel frattempo, si fanno sempre più rigide le regole per le visite ai pazienti: «Per garantire la massima sicurezza di operatori e familiari, gli accessi agli ospedali sono limitati alle entrate principali, nelle hall sia di Rovigo che ad Adria. Ai visitatori viene misurata la temperatura e viene fornita una mascherina. Le visite sono riservate a un solo familiare al giorno. Un sacrificio, ma è necessario per preservare la massima sicurezza delle nostre strutture».
Francesco Campi
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Il Gazzettino