È mancato nella notte tra sabato e domenica, nel letto di casa sua, probabilmente a causa di un malore. La causa non è ancora certa, ma è possibile che la sua mole avesse messo...
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«Mio fratello era un ragazzo dolce, con la sua stazza sembrava il classico gigante buono», ricorda Michele, con cui lavorava. E così lo ricordano anche i suoi coetanei che lo frequentavano alla Giudecca. C'è chi lo vedeva come un bonaccione, chi come un ragazzo sensibile e tra tutti traspare la volontà di riservatezza che Nicola era solito avere, senza mai prescindere dalla generosità.
«Eravamo molto legati, sia sul lavoro, facendo insieme i trasportatori, sia dal punto di vista della famiglia», prosegue nel suo ricordo il fratello. Tra le sue passioni spiccava quella per il calcio, che aveva praticato in tenera età, ma che aveva continuato a coltivare fino alla fine dei suoi giorni: «Tifava, mi pare Milan, io non ne capisco molto - continuava ieri Michele - ma so che frequentava ogni tanto il Milan Club che c'è in fondamenta alla Palanca».
Una volta smesso di giocare, Nicola aveva voluto vivere il calcio anche dall'altro punto di vista, ricorda il fratello: «Si era cimentato in un breve periodo anche come arbitro, ma poi aveva lasciato perdere».
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Il Gazzettino