Direzione del Cro, i tempi si allungano Manca il bando, possibile commissario

Direzione del Cro, i tempi si allungano Manca il bando, possibile commissario
IL CAMBIOPORDENONE Cambio al vertice del Cro di Aviano, le dimissioni del direttore generale Mario Tubertini potrebbero aprire le porte a una successione che rischia di non essere...

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IL CAMBIO
PORDENONE Cambio al vertice del Cro di Aviano, le dimissioni del direttore generale Mario Tubertini potrebbero aprire le porte a una successione che rischia di non essere proprio brevissima. Per una serie di ragioni, più che altro tecniche e procedurali, il futuro direttore generale potrebbe arrivare non prima dei primi mesi del 2019. In ogni caso l'attuale numero uno - che ha comunicato ufficialmente alla Regione la volontà di lasciare prima della scadenza naturale per rientrare nella sua terra d'origine, la Romagna dove assumerà la guida dell'istituto Montecatone, un centro specializzato di eccellenza nazionale nella riabilitazione delle lesioni midollari - dovrebbe rimanere al vertice del Cro fino alla metà di prossimo mese di novembre.

LA NOMINA
Ma sulla partita della procedura per la nomina del manager sanitario che sostituirà Tubertini i tempi saranno piuttoato lunghi. E su questo fronte rispetto al passato c'è una novità di non poco conto. La nomina del direttore generale, ovviamente, spetta alla giunta regionale. Che deve fare riferimento all'elenco nazionale dei dirigenti che sono in possesso dei requisiti, previsti e stabiliti dal ministero della Salute, per poter ricoprire gli incarichi di vertice come massimo dirigente. Dal 2016, però, c'è un passaggio in più: deve essere istituto un bando regionale che prevede un percorso selettivo per l'individuazione del nuovo direttore. Un bando aperto a tutti i componenti dell'elenco nazionale (aggiornato a febbraio e del quale fanno parte circa ottocento nomi di manager sanitari) che possono chiedere di essere inseriti. In sostanza la Regione deve istituire un proprio elenco dal quale attingere per avviare la selezione e la scelta definitiva del manager. Che è affidata alla giunta regionale e che rimane discrezionale e fiduciaria. Su questo percorso, la Regione, sarebbe un po' indietro. E i tempi previsti, visto che serve una delibera regionale e il provvedimento del bando deve essere pubblicato dal Bur e dalla Gazzetta Ufficiale, possono richiedere almeno qualche mese. Infine, per quanto formale, sulla nomina serve anche il via libera ministeriale: Roma può comunque, motivando l'atto, opporsi ala scelta della Regione.
I TEMPI
Un percorso che, dunque, non sarà brevissimo. Inoltre, entro l'anno la Regione punta a portare in Aula la discussione sulla riforma sanitaria per avviarne l'applicazione con l'inizio del 2019. Prima della partenza della riforma pare che intenzione della giunta sia quella di commissariare tutte le Aziende sanitarie per poi provvedere alle nuove nomine dei direttori. E visto che i tempi coincidono nella partita - pur rimanendo salva l'autonomia della governance del Cro - potrebbe rientrare anche il vertice di Aviano che potrebbe essere commissariato. Proprio in attesa di terminare il percorso del bando regionale e del nuovo elenco del Fvg dal quale poter pescare. In quel lungo elenco nazionale compaiono i nomi di diversi manager attualmente in servizio in Regione. Così come vi sono manager friulani - come Paolo Bordon e Luciano Zanelli - che potrebbero essere richiamati dalla giunta Fedriga. Avendo in passato già ricoperto incarichi di vertice negli ospedali friulani e pordenonesi in particolare.
I RISCHI

Il cambio al vertice dell'istituto e il possibile allungamento dei tempi arriva in un momento particolarmente delicato per le strategie future dello steso centro di cura e ricerca. Nell'ultimo anno è stato proprio Tubertini a porre le basi e avviare il percorso per l'acquisizione della nuova tecnologia della Radioterapia protonica per la quale la precedente giunta regionale aveva stanziato 30 milioni di euro. Un percorso, proprio perché prevede un maxi-finanziamento per diversi anni, che potrebbe essere indicativo proprio sul futuro dell'istituto. Ma sul quale mancano ancora precise garanzie. Inoltre, nella riforma sarà in discussione anche il piano oncologico regionale che assegnerà compiti e mission ai vari centri ospedalieri.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino