TREVISO - Uno dei (pochi) grandi marchi italiani dell'elettronica di consumo rinasce nella Marca trevigiana. Se avete occasione di sbirciare monitor e televisori presenti ancora...
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I primi risultati si iniziano a vedere: nel 2015 il fatturato si è attestato a circa 7 milioni di euro, l'esercizio 2016 si chiuderà in crescita a 8,5. La famiglia Sandri, in realtà, da quattro generazioni si occupa di lavorazione e commercializzazione di carni, soprattutto per la grande distribuzione. «Alcuni anni fa, per diversificare l'attività aziendale, sono entrato nel campo dell'elettronica, distribuendo, per un breve periodo, anche la stessa QBell e poi altre case, come Blaupunkt. E così, ho deciso di cogliere questa ulteriore sfida». Sono già stati siglati contratti con catene di supermercati e, di recente, anche con insegne d'elettronica e si punta a riattivare pure le forniture per enti pubblici e grandi gruppi. La produzione è stata rinnovata e aggiornata: «Siamo partiti con modelli base, concentrandoci su affidabilità e semplicità d'uso, oltre che sul design italiano. Ora stiamo via via ampliando la gamma, con apparecchi più innovativi dal punto di vista tecnologico». E ai classici televisori e schermi sono stati affiancati smartphone, smart-orologi e visori. I singoli componenti, come per pressoché tutto il settore, vengono realizzati da selezionati produttori in Estremo Oriente e poi assemblati da due ditte specializzate, una in Belgio e una in Italia. «Ma il progetto è di portare nel Trevigiano, dove già viene seguita la logistica e la distribuzione - spiega Sandri, che, tra l'altro è anche presidente del Nervesa calcio-, anche la fase dell'assemblaggio, creando così ulteriori opportunità occupazionali».
Mattia Zanardo
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Il Gazzettino