Dall'India ad Arsiè per fare pizze: Gianni si prende il bar Centrale

Dall'India ad Arsiè per fare pizze: Gianni si prende il bar Centrale
ARSIÈDall'India ad Arsiè per fare la pizza. Jatinder Joshan conosciuto come Gianni è il protagonista di una bella storia di integrazione e la rinascita. Il pizzaiolo indiano...

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ARSIÈ
Dall'India ad Arsiè per fare la pizza. Jatinder Joshan conosciuto come Gianni è il protagonista di una bella storia di integrazione e la rinascita. Il pizzaiolo indiano gestisce il Ristorante Pizzeria Bar Centrale di Piazza Guglielmo Marconi, ad Arsiè e con un post sui social nella pagina del sindaco Luca Strappazzon, sta raccogliendo decine di commenti e complimenti dai suoi nuovi paesani. Lo storico locale è gestito da qualche tempo da 2 fratelli indiani: oltre a Jatinder, c'è Robin. «Siamo in società - spiegano- e abitiamo ad Arsié uno in via Roma e l'altro in via Trento».

L'IMPRESA
Gianni ha moglie e due bambini. Robin è libero. Sono arrivati da Shahjahanpur, una città a est di Nova Delhi ed hanno imparato il mestiere. Hanno rilevato il locale del centro di Arsiè e danno lavoro anche a due signore italiane Doris e Sonia. Non sono i primi indiani a trovare lavoro ad Arsié, alla stalla Sociale La Francescana è ormai una tradizione avere indiani a lavorare con le mucche, animale che in India ha del sacro. E alla Francescana una famiglia vi abita ormai abitualmente anche se per vari motivi si avvicendano, magari per congiungersi con parenti in Gran Bretagna.
LO CHEF
Jatinder Gianni anche ieri era ai fornelli della cucina del Centrale. «Sono il pizza chef, con il mio forno a legna sforno ogni sera una quantità industriale di pizze che vengono mangiate in ristorante oppure portate via ancora calde per l'asporto», racconta Gianni davanti al forno a legna con la fiamma dentro. «Non è una pizza alla napoletana - dice col sorriso -; ma è di Shahjahanpur. Ho imparato l'arte del pizzaiolo da tempo un po' alla volta. Quando sono arrivato ad Arsié l'avevo già imparata guardando gli altri. Da voi si dice la necessità aguzza l'ingegno ed io ho imparato bene l'arte». «Non mi stupisco - prosegue - che voi italiani mi guardiate con scetticismo e pensate: Cosa ci fa un indiano a fare la pizza? È meglio di un napoletano. Beh! Avendo rilevato un'attività come il Centrale, che è sempre stato un locale di pregio anche da prima che diventasse ristorante. Volevamo offrire qua al Centrale un cibo italiano, la continuità delle gestioni precedenti, dei proprietari Fabrizio e Adriana». E sottolinea: «Potevamo offrire cibo indiano: ma qua siamo ad Arsié e bisogna stare ai gusti dei clienti, clientela italiana ed europea in estate e molta clientela de cantieri e delle imprese qua attorno». Insomma il lavoro non manca e Gianni si dice soddisfatto e contento della sua vita tra le montagne.
MIGRANTI
«Abbiamo rilevato l'attività dei proprietari i Padovan - prosegue Gianni - che hanno un figlio che lavora in Giappone. Insomma ci sono tanti italiani sono in giro per il mondo: il vostro Marco Polo andò in Cina». Insomma migrazioni a doppio senso: da e per l'Italia. Il fratello e socio Robin dice: «Gli arsedesi e i turisti in transito e i lavoratori a mezzogiorno cercano cordialità e rispetto e questo cerchiamo di dare accontentandoli con il nostro servizio. E sento che non si lamentano quindi...».
LA STORIA

Il Ristorante finì alle cronache nel lontano 1956, era agosto, quando una sera di ritorno da Auronzo si fermò persino Mike Bongiorno: allora la gestione era di una famiglia Padovan di via Roma, con le 3 figlie Marisa, Gianna ed Elda. Quando si accorsero che quel signore era il presentatore di Lascia o Raddoppia andarono in brodo di giuggiole insieme a tutti i clienti. La storia del Centrale è anche questa.
Valerio Bertolio
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Il Gazzettino