«Come un proiettile Ma adesso basta»

«Come un proiettile Ma adesso basta»
LA TESTIMONIANZAMESTRE «Tra colleghi ci scherzavamo su, un po' per alleggerire la tensione. Che sarebbe capitato di nuovo in questo turno, però, ce lo sentivamo tutti»....

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LA TESTIMONIANZA
MESTRE «Tra colleghi ci scherzavamo su, un po' per alleggerire la tensione. Che sarebbe capitato di nuovo in questo turno, però, ce lo sentivamo tutti». Banalizzando, non c'è due senza tre. E il proverbiale tre, questa volta, è capitato ad A.S., conducente del tram preso di mira dai vandali giovedì sera in viale San Marco. «Tre sere consecutive - continua - martedì e mercoledì avevo sfiorato di poco quel servizio, ci ero passato poco prima, sulle 20. È dopo le 22 l'ora critica. Quando ho visto che giovedì ero di turno, ho capito che sarebbe toccato a me». Incredibile ma vero. Perché passi la prima, d'accordo anche la seconda, ma davvero si poteva pensare che i teppisti colpissero anche per la terza volta? «Erano passate da poco le 22, appunto. Viaggiavo in direzione Mestre e stavo arrivando alla fermata Boerio. Poi, circa all'altezza del campo di atletica, ho sentito il botto. Forte, violento. Poi mi sono girato e ho visto quel foro sul lato sinistro della cabina».

COLPO ALLA TESTA
Lato sinistro, quindi i responsabili erano dall'altro lato della strada. «Sì. Ma di cosa ho visto non ne parlo, l'ho riferito agli inquirenti. Mi auguro di poter essere d'aiuto per fermare questi delinquenti». Anche perché quel foro, grande come un buco di proiettile, era in un punto ben preciso. «Era all'altezza della testa. Probabilmente se avesse bucato il vetro mi avrebbe centrato in pieno. Nell'altro tram colpito, invece, il colpo è arrivato più in basso, all'altezza del tronco. Non ho ancora pensato, non ho ancora realizzato, a dire la verità, su cosa sarebbe potuto succedere. Penso solo che per fortuna quell'oggetto (forse una biglia d'acciaio, ndr) non è riuscito a sfondare il vetro della cabina». In quel momento non c'erano molti passeggeri.
«PASSEGGERI AL SICURO»
«La maggior parte di loro stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro - continua - e la scocciatura principale era quella di dover attendere i bus sostitutivi. Fortunatamente non è successo come mercoledì, quando la vetrata laterale è andata in frantumi».
MESTIERE PERICOLOSO
A.S., ieri, è tornato regolarmente al lavoro. «Non mi sono fatto nulla, non c'era bisogno di stare a casa. Però adesso basta, spero davvero che non succeda più. Atti del genere non dovrebbero mai succedere, non so nemmeno come definire una persona in grado di arrivare a tanto. Si tratta di una banda di giovani? Può essere, non lo so. Aspetto che me lo dicano gli investigatori, prima preferisco non esprimere giudizi. L'unica cosa che posso aggiungere - conclude l'uomo - è che questo mestiere è cambiato, non è più come un tempo. Tra i violenti a bordo, incidenti sempre più frequenti e questi episodi, anche guidare un tram è diventato un lavoro pericoloso».

Davide Tamiello
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino