Chiude la pasticceria Bucintoro Patatine fast food al posto di Carlon

Chiude la pasticceria Bucintoro Patatine fast food al posto di Carlon
Addio al bar pasticceria Bucintoro, in calle dello Scaleter, al civico 2229 di San Polo, tra San Stae e campo San Polo. Una delle botteghe storiche, che si ritrovano negli antichi...

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Addio al bar pasticceria Bucintoro, in calle dello Scaleter, al civico 2229 di San Polo, tra San Stae e campo San Polo. Una delle botteghe storiche, che si ritrovano negli antichi documenti d'archivio, l'ultima rimasta in un luogo che tradizionalmente accoglieva le pasticcerie della città: scaleteri, infatti, erano coloro che preparavano i dolci, ovvero le scalete, cialde fragili e sottili. Il titolare, Gino Zanin, ha venduto la licenza, che è volata altrove. Nei locali, ora con le serrande chiuse, sembra che Zanin voglia mantenere il laboratorio, producendo dolci per conto terzi. Non sarà, però, più bar: il luogo che tutti in zona Sant'Agostin conoscevano e dove si intrattenevano a chiacchierare. Insomma, un altro pezzo storico di Venezia che se ne va. I negozianti vicini non ne sanno di più, pur conoscendo Gino da anni. «Ha chiuso senza salutare nessuno - raccontano - eppure ci vedevamo ogni giorno. Le voci si rincorrono ed abbiamo notato persone a noi sconosciute che entravano a visionare l'esercizio. Per fortuna non avevano gli occhi a mandorla. Non sappiamo a chi abbia venduto la licenza, ma fra tante nuove aperture, una licenza da bar fa molto comodo ed è quanto mai appetibile».

Intanto, a Santa Fosca, a pochi metri dalla statua del Sarpi, ha chiuso l'orafo Giovanni Pandian, che ha terminato l'attività alla fine dell'anno, mentre dove si trovava il panificio Carlon, a Ca' D'Oro, ora ha aperto la catena olandese Queen chips, con sede ad Amsterdam, che ha già una rivendita simile in Ruga degli Oresi. Offrono salatini con wurstel e patatine fritte, corredati da innumerevoli salse. Insomma proposte street food che ben poco hanno a che fare con i vecchi negozi di vicinato. Sulle magliette dell'uniforme gli inservienti portano la scritta cannabis, che non pare essere un invito tanto salutare a consumare la marijuana, anche se colta come logotipo delle vivande offerte. Di certo il disegno sulle magliette non mostra tulipani. In merito, ieri, si sono scatenati gli utenti veneziani su Facebook, che ancora una volta hanno denunciato come Venezia ed i pochi suoi cittadini rimasti stiano perdendo pezzi storici di città, a favore di una qualità discutibile della proposta commerciale.
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Il Gazzettino