Botte e minacce ai baby-mendicanti

Botte e minacce ai baby-mendicanti
Tre condanne per minacce e percosse ai danni di cinque minorenni di nazionalità romena, costretti a mendicare a bordo dei treni e in alcune delle stazioni ferroviarie lungo la...

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Tre condanne per minacce e percosse ai danni di cinque minorenni di nazionalità romena, costretti a mendicare a bordo dei treni e in alcune delle stazioni ferroviarie lungo la tratta Padova-Venezia: in particolare a Mira-Mirano, Pianiga e Venezia.

Il giudice Irene Casol ha inflitto dieci mesi di reclusione ciascuno a Valentin Caldararu, 45 anni, Paris Misu, 25 anni e Gheorghe Baiucu, 46 anni, tutti originari della Romania, ritenuti responsabili del reato di violenza privata. A tutti è stata concessa la sospensione condizionale della pena. La condanna si riferisce unicamente agli episodi successivi al novembre del 2009, proseguiti fino alla fine di maggio del 2010: quelli precedenti sono stati dichiarati prescritti per il troppo tempo trascorso. Prima del processo d'appello, probabilmente si prescriveranno anche gli atti di violenza più recenti. Il giudice ha assolto, per non aver commesso il fatto, gli altri sei imputati: Marcu Caldararu, 25 anni, Ilie Baicu, 31 anni, Costinel Ramadan, 42 anni, Catalin Durac, 26 anni, Simona Baiaram, 35 anni e Gheorghita Oltenau, 41 anni.

Il rappresentante della pubblica accusa si era battuto per ottenere la condanna di tutti ad un anno e due mesi di reclusione. A far scattare l'inchiesta a carico dei nove cittadini di nazionalità romena è stata la segnalazione di una donna, la quale che raccontò alle forze dell'ordine di aver assistito ad alcune scene di violenza per indurre i ragazzini, all'epoca di età compresa tra 13 e 15 anni, a svolgere al meglio l'incarico che era stato loro affidato: quello di chiedere la carità ai passeggeri dei treni con l'obiettivo di raccogliere somme denaro il più consistenti possibile. Gli agenti si attivarono mettendo in atto una serie di servizi di osservazione e pedinamento e, nel corso del 2010, quattro degli sfruttatori furono arrestati in flagranza di reato. Gli altri cinque componenti dell'organizzazione sono stati invece denunciati a piede libero. A conclusione del processo il giudice ha ritenuto che fossero state acquisite prove soltanto nei confronti di tre degli imputati. Ma la prescrizione rischia di cancellare anche la condanna nei loro confronti.
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Il Gazzettino