Nessun responsabile per il vertiginoso aumento dei costi per la realizzazione del quarto ponte sul canal Grande di Venezia, passati da 6,7 a 11,6 milioni. Lo ha deciso la Corte...
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«Si respinge in pieno la tesi dell'errore progettuale - commenta l'avvocato Vittorio Domenichelli, difensore di Vento - di cui i tecnici del Comune non si sarebbero accorti. In realtà i funzionari hanno fatto tutto ciò che dovevano fare».
L'accusa sosteneva che gli errori progettuali avrebbero portato ad un numero infinito di varianti in corso d'opera e alla lievitazione dei costi e anche dei tempi (2.052 giorni invece di 456).
"Le risultanze istruttorie - si legge nella sentenza - pongono in evidenza che le lavorazioni aggiuntive, correlate alle varianti in questione, sono riconducibili a circostanze non prevedibili e a finalità migliorative, quindi non a errori e a carenze progettuali".
Il collegio ha infatti ritenuto "prive di valore probatorio" le consulenze tecniche presentate dall'accusa a cura di Gianfranco Roccatagliata, Paolo Leggeri e Massimo Majowiecki, che evidenziavano proprio l'ipotesi dell'errore.
Anche la previsione dei cedimenti e dei relativi aggiustamenti "non può essere considerata un errore... perché non esisteva un'alternativa progettuale che risultasse preferibile al progetto realizzato".
La manutenzione continua e costosa dei gradini in vetro è un tema dolente. Per la Corte, la frequenza e la sostituzione dei gradini "meglio sarebbero da ricondurre a un non corretto uso della struttura determinato ad esempio dalla circolazione con trascinamento di carretti".
In definitiva, un'opera "complessa e soggetta a oscillazioni che non risultano essere state sottovalutate né in sede di progettazione né in fase di esecuzione".
Per nulla soddisfatto il Procuratore regionale Carmine Scarano: «Impugnerò sicuramente la sentenza, ci sono ampi margini perché la Procura possa ottenere una vittoria in sede di secondo grado».
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Il Gazzettino