Alessandro Campi C'è chi teme che il rientro in Italia delle salme reali di Elena di Montenegro e Vittorio Emanuele III possa...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
C'è chi teme che il rientro in Italia delle salme reali di Elena di Montenegro e Vittorio Emanuele III possa aprire la strada, in nome del famigerato revisionismo storico, ad una riabilitazione di Casa Savoia e dunque ad una parziale o persino totale remissione delle sue colpe storiche: l'avallo legale alla dittatura mussoliniana, la condivisione delle leggi razziali volute da quest'ultima, l'abbondano al proprio destino della nazione italiana all'indomani della caduta del fascismo.
Ma chi argomenta con toni così preoccupati e allarmistici dovrebbe prima spiegare quali siano i settori della società italiana o gli attori politici interessati al riscatto pubblico della monarchia o schierati a difesa della sua memoria. Nell'Italia repubblicana odierna, che pure ha così tanti problemi e difetti, davvero non sembra esserci traccia di nostalgie o simpatie monarchiche. Per quanta avversione si possa nutrire nei confronti della casta partitica e dei politici di professione, nessuno sinora si è spinto sino a rimpiangere la Corona o a invocare il ritorno sul trono dei Savoia. Non parliamo poi del rischio di trasformare l'ex re d'Italia, colui che dopo l'8 settembre lasciò Roma per rifugiarsi a Brindisi con la corte, come lo si ricorda ancora oggi nell'immaginario popolare con un misto di biasimo morale e riprovazione politica, in un eroe o in un martire, secondo la preoccupazione davvero esagerata espressa ieri dal presidente delle Comunità ebraiche d'Italia Noemi Di Segni.
Continua a pagina 23
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino