Visone positivo nell'allevamento, l'ordine del Tar: abbatteteli tutti

Un visone
VILLA DEL CONTE (PADOVA) -  Dovranno essere abbattuti tutti i visoni presenti nell'allevamento di Villa del Conte, l'unico del Veneto, dov'era stato...

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VILLA DEL CONTE (PADOVA) -  Dovranno essere abbattuti tutti i visoni presenti nell'allevamento di Villa del Conte, l'unico del Veneto, dov'era stato riscontrato un caso di lieve positività al Coronavirus. L'ha deciso il Tar del Lazio, rigettando il ricorso dell'azienda agricola Rizzolo contro l'Ulss 6 Euganea, la Regione e il ministero della Salute. «In assenza di certezze assolute o di dati scientifici definitivi (per effetto delle sperimentazioni in atto), l'amministrazione non può che fare riferimento alle migliori acquisizioni scientifiche al momento disponibili», hanno concluso i giudici amministrativi, ritenendo corretto il parere del Consiglio superiore di sanità.


LE ORDINANZE

Su questa valutazione si basavano l'ordinanza del ministro Roberto Speranza e quella con cui l'Ulss aveva disposto l'eliminazione «con metodi eutanasici in loco di tutti i visoni presenti nell'azienda e la distruzione degli animali abbattuti». Il presupposto era che vanno considerati infetti «non solo gli allevamenti in cui la malattia viene effettivamente rilevata, ma anche gli allevamenti in cui si riscontra la sieropositività degli animali allevati». Secondo l'impresa, però, questo principio si sarebbe fondato «su valutazioni meramente ipotetiche e non su certezze di natura scientifica», in quanto avrebbe operato una «indebita equiparazione tra i test virologici e quelli sierologici, non tenendo conto che il test sierologico non rileva la presenza della malattia, ma semmai l'avvenuta guarigione». La proprietà aveva così sostenuto che «tutti i tamponi sono risultati negativi» e «tutti i test sierologici sono risultati positivi», a riprova del fatto che «l'infezione pur presente nell'allevamento è stata superata» e che all'interno della struttura si sarebbe raggiunta l'immunità di gregge.


LE MOTIVAZIONI

Nelle motivazioni della sentenza, tuttavia, è stato osservato che le centinaia di tamponi e test «sono stati effettuati a campione e non su tutti gli animali presenti nell'allevamento». Inoltre per i magistrati dev'essere seguito il principio di precauzione, secondo cui «al momento sarebbe preferibile una interpretazione prudenziale dello status sierologico positivo degli animali, utilizzando la sierologia principalmente come ausilio alla diagnostica diretta».

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Il Gazzettino