VENEZIA - È accusato di aver messo a segno un furto da oltre 250 mila euro, approfittando del rapporto di confidenza instauratosi con la famiglia presso la quale aveva...
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Nel corso dell’udienza la donna ha raccontato di aver successivamente ricevuto dei messaggi al cellulare dal numero appartenente ad Ahiadbox, nei quali l’ex badante ammetteva di essersi appropriato di quadri e gioielli e si scusava, sostenendo di non poter restituire nulla, però, in quanto a sua volta era stato derubato, dopo essere stato picchiato. Versione alla quale la cinquantanovenne non ha mai creduto: in una fotografia che il giovane le inviò, infatti, era ritratta la moglie, la quale indossava al dito proprio uno degli anelli che le erano stati in precedenza rubati. Il furto risale al giugno del 2013. Il processo proseguirà con l’audizione di altri testimoni. L’imputato ieri era difesa dall’avvocatessa Roberta Carraro.
Gianluca Amadori
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Il Gazzettino