Strappato il tricolore dal cimitero militare: assalto venetista col Leone di S.Marco

Strappato il tricolore dal cimitero militare: assalto venetista col Leone di S.Marco
SANTO STEFANO - Nel pomeriggio dell’altro ieri, per alcune ore, davanti al cimitero militare monumentale di Santo Stefano, dedicato al sottotenente Adriano Lobetti Bodoni, a...

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SANTO STEFANO - Nel pomeriggio dell’altro ieri, per alcune ore, davanti al cimitero militare monumentale di Santo Stefano, dedicato al sottotenente Adriano Lobetti Bodoni, a farla da padrone è stato il Leone di San Marco. E con esso lo sfregio ad uno dei valori simbolici dell’Italia. La bandiera dei Veneti, arancione e rossa, ha infatti dominato sul paese, accantonando la storia d’inizio Novecento ed oscurando il consueto tricolore, solitamente collocato tra il vessillo austriaco e quello europeo.


Con la spada impugnata e il libro chiuso, il drappo della Serenissima si presenta con gli attributi popolarmente ritenuti il simbolo della condizione di guerra. A pochi metri, sulla cancellata della vicina cappelletta, piegato su se stesso, il vicesindaco di Santo Stefano, Paolo Tonon, ha ritrovato il tricolore. È stato proprio il numero due di Palazzo Alfarè ad accorgersi, dalla propria abitazione, della sostituzione delle due bandiere. “Abito di fronte – spiega –. Ogni volta che salgo le scale, osservo il cimitero e mi assicuro che tutto sia a posto, in particolare le bandiere. Stavolta, però, con stupore ho notato che mancava il nostro tricolore”. L’amministratore si è subito recato al cimitero dove lo ha trovato riposto sulla grata, con il filo tagliato. Ciò ha reso impossibile ricollocare il vessillo italiano in cima al pennone. Di quanto accaduto sono stati subito informati i carabinieri della locale stazione, che si sono mobilitati e sulla cui scrivania di via Venezia giace la denuncia del Comune, accanto alle due bandiere. “Il reato ipotizzato è di vilipendio della bandiera – spiega Tonon – con una condanna di tre anni. Aver strappato la bandiera costituisce un fatto gravissimo per la portata e quanto rappresenta: è un oltraggio inaccettabile, al di là che uno creda o meno nella patria”. Gli fa eco la sindaca, Alessandra Buzzo: “Si tratta di un luogo fortemente simbolico, dove vengono condivisi messaggi di fratellanza e pace e che merita rispetto. Cittadina del mondo, rispetto le opinioni altrui, ma considero quanto accaduto un gesto inqualificabile”. All’interno del sacrario è stata ritrovata anche una corona, deposta in onore di tutti i martiri da parte del Comitato liberazione nazionale Veneto. Ieri, infatti, il centro del paese è stato interessato dal corteo di una ventina di auto imbandierate con il Leone marciano ed accolte da alcuni cittadini comeliani. Dopo il pranzo nel territorio ex veneto di Sappada, i partecipanti si sono recati al camposanto, con il cappello alpino d’obbligo per le “penne nere” e, poi, nella sala della Regola di Santo Stefano, dove è stata illustrata la loro attività. “Quando mi sono recato al cimitero – continua il vicesindaco – non ho incontrato nessuno. I carabinieri stanno indagando sugli autori”. Il gesto infatti, per ora, resta anonimo e non vi è stata alcuna rivendicazione. Della vicenda è stato immediatamente informato anche il capogruppo degli alpini di Santo Stefano. “Esprimo – evidenzia Alfredo Comis – a nome del gruppo la più ferma riprovazione per l'atto vandalico”.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino