Dieci operatori Oss contro il vaccino avviano la battaglia legale: case di riposo dal giudice

foto di repertorio
BELLUNO «Noi non ci vogliamo vaccinare!». Dieci oss contrari al vaccino anti-covid hanno fatto ricorso contro due case di riposo della provincia. È un ricorso...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BELLUNO «Noi non ci vogliamo vaccinare!». Dieci oss contrari al vaccino anti-covid hanno fatto ricorso contro due case di riposo della provincia. È un ricorso ex articolo 700 del Codice di Procedura Civile. Una sorta di tutela preventiva per la persona che vuole esercitare un diritto (in questo caso a non vaccinarsi) ma ha fondato timore che possa essere minacciato da un pregiudizio imminente e irreparabile. Tradotto: gli operatori socio-sanitari, per il fatto di aver deciso di non vaccinarsi, hanno paura di esser sospesi o lasciati a casa dall'azienda per cui lavorano. Come, del resto, già accaduto in altre realtà della provincia. È un caso più unico che raro. Sicuramente in Veneto. Forse, anche in Italia. I dieci operatori socio-sanitari che si sono rivolti a un avvocato di Belluno hanno un posto a tempo indeterminato in due case di riposo situate nella parte bassa della provincia. Anche a loro era stata chiesta l'adesione alla campagna vaccinale che, però, hanno declinato. Nessuno li ha sospesi, come è successo ai due oss di Agordo, ma alcuni sono stai messi in ferie forzate. Perciò hanno deciso di passare all'attacco.

LA RICHIESTA Si sono riuniti, hanno contattato un avvocato e preparato il ricorso con cui hanno trascinato le case di riposo davanti al giudice del Lavoro. «Lei mi ha chiamato, immagino, per il ricorso». Dopo diversi tentativi, una delle operatrici socio-sanitarie che fa parte della class action risponde al telefono: «Sa benissimo che io non voglio fare il vaccino». La conversazione è faticosa. «Sono tutelata dalla legge di Norimberga se è un poco informato sottolinea poi ma sta invadendo la mia privacy». Fine della chiamata. La legge di Norimberga afferma che colui che viene coinvolto in una sperimentazione «dovrebbe essere nelle condizioni di poter esercitare il libero potere di scelta, senza l'intervento di alcun elemento di forza, frode, inganno, costrizione, esagerazione o altra ulteriore forma di costrizione o coercizione». E «dovrebbe avere una conoscenza e una comprensione sufficienti degli elementi della materia in questione da consentirgli di prendere una decisione comprensiva e illuminata».

PASSO INDIETRO La vaccinazione dei dipendenti delle case di riposo è iniziata circa due mesi fa. Sia l'Usl 1 Dolomiti sia le strutture dislocate sul territorio hanno fissato degli incontri ad hoc per fornire al personale tutte le informazioni necessarie per capire, qualora non fosse già nota, l'importanza del vaccino. I medici si sono vaccinati senza esitazione. Gli infermieri anche, con piccole resistenze negli ospedali, mentre gli oss sono la categoria che ha opposto più resistenza. Sono stati fatti ulteriori incontri. Ma la risposta di molti è rimasta la stessa: «Non vogliamo vaccinarci». L'unica struttura che ha decido di passare al contrattacco è stata la casa di riposo di Agordo dove, per tutelare la sicurezza di lavoratori e ospiti, si è deciso di lasciare a casa due oss contrari al vaccino che hanno ricevuto la lettera non idoneità alla mansione da parte del medico competente. Rimarranno così fino alla cessazione dell'emergenza o al momento in cui decideranno di vaccinarsi. La Gaggia Lante-Sersa di Belluno, invece, ha imposto le ferie ad alcuni dipendenti che hanno rifiutato il vaccino. Le altre strutture, per ora, preferiscono aspettare. I 10 oss della class action si erano rivolti anche al sindacato ma sono stati rimbalzati. Da qui la decisione di rivolgersi a un avvocato e portare avanti il ricorso in maniera autonoma. «Per certi versi è utile che ci sia giudizio competente chiarisce Fabio Zuglian, segretario generale Cisl Fp La materia è complessa. A fronte anche dei vari chiarimenti, si mette in difficoltà il datore di lavoro che non dovrebbe venire a conoscenza nemmeno dei nominativi di chi non ha dato l'adesione al vaccino. In questa situazione ambigua rischia. Noi come Cisl favoriamo in tutte le forme la massima adesione alla campagna vaccinale». 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino