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VENEZIA - Lo spaccato dei primi mesi di questo 2023, dimostra una continuità a livello regionale con quanto accaduto nel 2022, visto che i posti di lavoro dipendente sono aumentati di circa 44mila, un terzo dei quali registrati solo ad aprile (e la metà sono donne). Il segnale - come emerge dalla Bussola di Veneto Lavoro - è chiaro, a trainare il lavoro è anche oggi il turismo, visto che le attivazioni a termine hanno segnato 24.500 posizioni in più, delle quali 11.400 solo nel mese scorso. Nella provincia di Venezia il bilancio positivo si conferma grazie alle 18.700 attivazioni nei primi quattro mesi dell'anno (+18% sul 2022). Ad aprile invece sono stati 9.302 i contratti stipulati, quasi la metà di quelli da inizio anno, fattispecie che evidenzia come il territorio provinciale stia preparandosi alla stagione balneare attirando le figure professionali necessarie nonostante il grido di allarme di albergatori, esercenti e ristoratori che proseguono nella difficoltà di reperire lavoratori specializzati. A spiegare questo fenomeno può anche essere il fatto che, essendoci un boom di assunzioni, c'è una richiesta che fatica ad esser soddisfatta, mettendo i lavoratori nella condizione di scegliere dove andare rispetto a un momento storico in cui la carenza di lavoro era realtà consolidata. Per quanto riguarda l'insieme di disoccupati e inoccupati, Venezia (con Verona, Padova e Rovigo) mantiene una sostanziale stabilità tra i primi quattro mesi del 2023 e lo stesso periodo dell'anno prima. Se infatti il 2022 ha fatto registrare 7.005 tra disoccupati (6.334) e inoccupati (671), quest'anno il dato è di 6.975 persone che non hanno più un impiego (6.459 disoccupati e 516 inoccupati). In leggero aumento invece la posizione di Belluno, Treviso e Vicenza, che registrano più difficoltà nel ricollocamento di chi non ha più un lavoro.
L'AUMENTO
Il mercato del lavoro in Veneto è quindi tornato ai livelli del pre-Covid e a trainarlo sono le province di Venezia e Verona.
LA RICERCA
Resta però il problema per le aziende che non riescono a far conciliare domanda e offerta lavorativa, come ha analizzato anche l'assessore regionale al Lavoro, Elena Donazzan: «Se le imprese non trovano personale vuol dire che il lavoro in Veneto c'è perché il nostro è un territorio pieno di opportunità. Il fenomeno del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro è in crescita ed è causato da diversi fattori, quali la congiuntura economica positiva, che spinge a cercare competenze specialistiche, e l'invecchiamento della popolazione. È una situazione che va affrontata continuando a rafforzare il collegamento diretto dell'offerta formativa con il mondo delle imprese, oltre a mettere in atto politiche a sostegno della la natalità».
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Il Gazzettino